Caltanissetta – Otto anni per avere provocato la morte di una quindicenne in un incidente stradale autonomo evitabilissimo. Colpa di un testa-coda a 120 chilometri orari. Li ha chiesti la procura nei confronti di un giovane finito alla sbarra per questa luttuosa vicenda.
Otto anni, già al netto dello sconto di un terzo sulla pena per via del rito abbreviato – dodici nel ha chiesti il pm – nei confronti del ventitreenne Gaetano Vizzini sotto accusa per la morte dell’allora quindicenne di Gela, Vittoria Maria Caruso. La famiglia è assistita da Giesse, gruppo specializzato nel risarcimento di incidenti stradali mortali e, con l’avvocato Rita Parla, si è rifatta alle richieste del pubblico ministero sollecitando, in più, la revoca della patente di guida.
È il 17 marzo di cinque anni fa, alle dieci di sera, che si è verificato l’incidente. Quando il ventitreenne, alla guida di una Fiat Panda, ha imboccato una strada chiusa al traffico viaggiando verso il cimitero di Farello. A 120 chilometri orari Vizzini avrebbe tirato il freno a mano sterzando a sinistra per effettuare un testacoda. In auto, con lui, viaggiavano altri tre ragazzi e, tra loro, Vittoria.
«Giunto a trenta 30 metri da uno spartitraffico centrale – è un passaggio della consulenza redatta dall’esperto nominato dalla procura, Mauro Trombetta – effettuava un’improvvisa e, quasi certamente, volontaria sterzata verso sinistra in moto libero. Tale manovra innescava un moto di imbardata, favorito anche dall’avanzatissimo stato di usura dei suoi pneumatici ed il successivo e repentino ribaltamento a destra dopo aver percorso oltre tredici metri in scarrocciamento».
In quel tragico incidente a perdere la vita è stata la giovanissima Vittoria. I sanitari avrebbero poi rilevato che il guidatore aveva bevuto qualcosa e che sarebbe stato sotto l’effetto di cannabis.