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Totò Cascio, il bambino prodigio di Tornatore si racconta tra passato e futuro, sogni e realtà

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Palermo – “Nuovo Cinema Paradiso”, una poesia che torna e ritorna in un gioco continuo di attese e di rimandi. In un flash di Giuseppe Tornatore piuttosto che nelle note di Ennio Morricone. Due artisti, due maestri che hanno firmato un cult che ci parla, intanto che nutre lo spirito, con un linguaggio sempre diverso e sempre uguale a se stesso. Oggi, nello specifico, il sogno rinasce e, artisticamente rivive, quasi quarant’anni dopo, nelle note di quel bambino, adesso adulto, che, allora come oggi, ha incantato e incanta il mondo. Senza barriere e senza confini. Il racconto è di Totò Cascio, 45 anni, e un’icona cucita sulla pelle, quel piccolo Totò, minuscolo al cospetto del gigante Philippe Noiret. Oggi, da Bologna, Totò Cascio che, di quel bambino, ha conservato, non solo i tratti somatici, ma anche l’inconfondibile vivacità, nonostante le prove della vita, ci parla dei suoi nuovi progetti. Uno sguardo sull’oggi che è un ponte fra ciò che è stato e ciò che sarà. E un poco, perchè no? anche quel che poteva essere e non è stato, che, in buona sostanza, è sempre la cifra di tutto ciò che è. Ma questa è un’altra storia… Ascoltare Totò Cascio è stato come immergersi in un mito, in quel set immaginifico che tanto ha fatto la storia del cinema, e non solo. Intanto, dopo il libro che, sostanzialmente, è un racconto autobiografico, l’ultimo recente progetto artistico di Totò Cascio risale a questa estate, in occasione della visita a Palazzo Adriano dei rapper e liricisti Carlo Corallo e Anastasio. Dalla collaborazione coi due musicisti, è venuto fuori “Dispari”, un brano poetico dalla parte dei giovani e dell’amore, dove, nella parte finale, lo stesso Cascio narra della prima volta che ha visto “Nuovo cinema paradiso” e dell’emozione provata in quel momento. “La scena più bella, che porto nel cuore”, recita il cammeo, “è quella dei baci tagliati. Lì si vede l’assenza. Totò diventa un regista affermato, però, nella sua vita, manca Elena. Ecco che la poesia e l’arte, spesso, sono generate dall’amore perduto”. Ma, intanto, da parte nostra, la curiosità è tanta, ed è curioso che la prima domanda sia a carico dell’intervistato, in un insolito gioco delle parti, con un altrettanto insolito colpo di genio, l’attore chiede se prendiamo appunti o registriamo, giusto per “calibrare il passo dell’eloquio” precisa… finezza rara -ci diciamo (ndr)- e procediamo…quindi…
Partiamo da dove tutto ebbe inizio
A otto anni e mezzo, Tornatore mi ha affidato un ruolo cardine in Nuovo cinema paradiso.
Come l’ha vissuta?

lo dico sempre, con spontaneità, come fosse un gioco. Non mi rendevo conto. Poi, con la guida e l’aiuto di Tornatore, tutto è stato più facile.

Quali sono ad oggi le emozioni di quel periodo?
Le stesse del 1988. Non passa un giorno che non parlo di Nuovo cinema paradiso. Fa parte della mia quotidianità, che sia per via di un giornalista o della gente che mi riconosce. E questo mi permette di rivivere le stesse sensazioni di allora.

Com’è andata la selezione?

A scuola è venuta la sorella di Tornatore, la compianta Piera, accompagnata da un fotografo, in cerca di bambini con dei requisiti particolari. Così hanno fotografato, in base a dei criteri ben precisi, gli alunni di due corsi, il corso A e B, dalla prima alla quinta elementare.

Quindi…?

Dopo la selezione fotografica, c’è stato un colloquio col regista e, alla fine, il provino finale. Anche se, ci siamo resi conto subito, io e mio padre, che la scelta sarebbe ricaduta su di me.

Perchè ha scelto lei?

Bella domanda! -se la ride (ndr)- E, comunque è una domanda che gli ho fatto. Due anni fa, in occasione della prefazione che ha scritto per il mio libro…

E?

… e… la mia vivacità. Gli ho chiesto “perchè hai scelto proprio me?” e ho capito che incarnavo tutte le caratteristiche fisiche e caratteriali che lui stava cercando. Il classico bambino siciliano scuro e sveglio. E il contrasto che c’era con Philippe Noiret, io piccolossimo e lui un omone enorme.

E lei perchè ha fatto questa domanda a Tornatore? Bisogno di scavare?

Brava -altra risata liberatoria (ndr)- è quella cosa che ti porti dentro. Perchè, io sono convinto che tutti i bambini poi, alla fine, sono bravi

E la risposta è stata all’altezza delle aspettative?

In realtà non avevo nessuna aspettativa, ma solo curiosità per una domanda che mi portavo dentro da tempo

La risposta del grande Tornatore?
“Ma perchè non te l’avevo detto il motivo per cui sei stato scelto?”

Adesso ricorda?

Sì, ricordo bene che, al primo step, ero già stato scartato a priori perchè portavo gli occhiali. Ma, fortunatamente per me, non gli sono piaciuti neanche gli altri bambini. Ha guardato e riguardato le foto, poi ha chiamato la sorella e le ha chiesto di tornare a scuola e rifotografarmi, ma senza occhiali.

Dunque?

Quando ha visto la foto ha detto “E’ lui!”. Ha fatto vedere la foto al produttore e da lì mi ha voluto incontrare. Da quel momento l’aspettativa era la sua.

Ossia?

C’era da vedere se ero come lui mi immaginava…ecco è stata la prima domanda quando ero nel suo ufficio. Un bisogno che mi portavo appresso da tempo.

Che significa, ad oggi, per Totò Cascio, dopo trentsei anni, avere un rapporto con Tornatore?

In una sola parola “fiducia”. E’ stato il primo legame che ci ha uniti, ancora prima del set. E so che è la stessa cosa per lui. Come lui si è fidato di me che ero un bambino, e potevo essere anche una mina vagante, io mi sono affidato a lui.

Un tacito patto reciproco?

Esattamente

Quando ha avuto consapevolezza del successo?

Dopo anni

Il successo le ha dato alla testa?

Mai! Non potrei mai tradire l’affetto delle persone

Il rapporto col pubblico, mi pare di capire, che sia quasi vitale

Proprio così, me ne accorgo quotidianamente, anche in occasione delle presentazioni del mio libro le manifestazioni e i tributi di affetto e stima sono davvero incommensurabili.

“La gloria e la prova. Il mio Nuovo Cinema Paradiso 2.0.” Anche questo un successo

Mah! Sembrerebbe proprio di sì. Più di centocinquanta presentazioni in tutta Italia e circa diecimila copie vendute.

Perchè un libro?

E’ stato liberatorio. Terapeutico. Per la prima volta, dopo anni di silenzio, ho parlato del mio problema agli occhi, della mia retinite pigmentosa. Quasi una storia che torna dal set alla vita reale. Il destino dell’uomo Totò che si intreccia con la narrazione di Noiret del grande schermo. Anche se adesso la situazione è molto migliorata.

Qual è la valenza del suo libro oggi?

Io lo vedo un pò come uno spartiacque. Da Nuovo Cinema Paradiso e dopo, dal passato al presente e, adesso, dal presente al futuro.

Mai pensato di stare dall’altra parte dello schermo?

Mi piacerebbe. Non lo nego. Ma ci sarà tempo. Per il momento sono tornato a recitare.

Quali sono gli ultimi progetti a cui ha partecipato?

Intanto un corto molto incisivo sul bullismo. “Nino”, di Michele Li Volsi che, con un linguaggio semplice e diretto, affronta il complesso tema del bullismo, sensibilizzando grandi e piccoli. Girato a Marsala, assieme ai ragazzi, nelle scuole, dove si affrontano i temi del disagio sociale, della necessità del lavoro, della morte e della malattia.

Come vedi oggi il Totò di Nuovo Cinema Paradiso?

Come fosse mio figlio, con quella poesia che ci ha creato il maestro Tornatore

Ci sarà un ritorno col maestro?

E chi lo sa…!

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