Caltanissetta – Colpo di scure a tre condanne in precedenza pesantissime. È arrivato per tre fratelli, concordando le pene, nell’appello “bis” dopo che la Cassazione ha annullato il precedente verdetto, rimandando gli atti a nuovi giudici. E adesso, quei giudici, ossia la corte d’Appello di Caltanissetta presieduta da Pasqua Seminara – consiglieri Fabio Di Giacomo Barbagallo e Carmelo Faro Faussone – li ha sì giudicati colpevoli ma con una drastica riduzione.
A cominciare dal nisseno Vincenzo Ferrara – difeso dall’avvocato Dino Milazzo – che è stato condannato, adesso, a 18 mesi per associazione e spaccio di droga e singoli episodi di cessione, ma in continuazione con la sentenza “Kalyroon”, il totale è salito a 4 anni e 6 mesi e 12 mila euro di multa. In primo grado è stato condannato a 30 anni di carcere, poi in appello è sceso a 18 anni.
Il fratello Fabio ha toccato quota 4 anni e 4 mesi, ma in continuazione con Kalyroon. Adesso ha concordato 2 anni a fronte dei precedenti, 18 anni prima e 11 poi. E sempre 12 mila euro di multa.
Mentre il terzo dei tre Ferrara, Ivan – entrambi difesi dagli avvocati Ernesto Brivido e Dino Milazzo – ha chiuso con 4 anni di reclusione.
Discorso differente, invece, per il nisseno per Carlo Sanfilippo – difeso dall’avvocato Danilo Tipo – nei confronti del quale la Corte ha disposto la riapertura dell’istruttoria dibattimentale per sentire i presunti bersagli di richieste estorsive. Passaggio, questo, che non primo appello non è stato preso in considerazione.
E lui, Sanfilippo, tornerà in aula il prossimo marzo per l’audizione dei due testi ritenuti chiave, che dovranno chiarire se abbino ricevuto minacce dall’imputato.
I quattro sono tra i sessanta e più coinvolti in tre inchieste antidroga – “Cobra 67” , “Figaro” e “Giro di vite” – scattate tra giugno 2010 e settembre 2012, che poi sono state riunite in un unico fascicolo.
