Gela – È nell’aprile di due anni fa che è partita l’indagine dei carabinieri che nella notte ha fatto scattare una sfilza di arresti per droga. Consentendo ai carabinieri di smascherare una presunta organizzazione che avrebbe trafficato marijuana, cocaina e hashish.
I pusher si sarebbero riforniti nelle piazze all’ingrosso di Calabria e Catania per poi piazzarla a Gela. Un giro d’affari che militari e magistrati avrebbero quantificato in qualcosa come 40 mila euro a settimana. Una barca di quattrini.
Un ruolo nodale – secondo carabinieri e magistrati – lo avrebbe rivestito il titolare di un autonoleggio di Gela. Sì, perché avrebbe messo a disposizione le auto per le trasferte in Calabria per andare ad acquistare droga.
Altre figure di primo piano sono ritenute un ventenne e un quarantatreenne e uno di loro era stato già arrestato per associazione mafiosa perché sospettato di fare parte del clan Emmanuello di Gela.
Altre aree nevralgiche per la presunta rete organizzata sarebbero state una rivendita di caffè, gestita da uno degli indagati, che sarebbe divenuta base logistica del gruppo. E lì si sarebbero tenute riunione per decidere su come organizzare le trasferte e la spartizione dei guadagni.
Durante le indagini sono stati scovati nascondigli di droga e, in uno di questi, i carabinieri hanno recuperato mezzo chilo di «neve».