Caltanissetta – Colpevoli di avere gestito un traffico di droga. Così li ha riconosciuti il giudice che li ha processati con il rito abbreviato. Tutti sono stati coinvolti in un blitz dei carabinieri, ribattezzato «River» scattato un anno fa.
Condannati Giuseppe Fiume, con 8 anni e 10 mesi di reclusione ritenuto uno dei personalli chiave; ; il fratello, il trentanovenne Alessandro Fiume con 2 anni, 8 mesi e 2 mila euro di multa; il figlio, il ventinovenne Eros Fabrizio Fiume che ha rimediato 4 anni; la compagna di Giuseppe, la trentaduenne Desirèe Maria Federica Gangi con 4 anni e 8 mesi; il ventottenne Mario Ragusa al quale sono stati comminati 7 anni; il trentaduenne Maurizio Manuel Santoro con un anno, 9 mesi, 10 giorni e 2.500 euro di multa accusato, oltre che di spaccio, anche del furto di una slot machine in un bar di Caltanissetta; il quarantaduenne Michele Ventura con 4 anni; il quarantaduenne Emanuele Cosimo Tringali condannato a 4 anni; il il cinquantunenne Santo Puglisi e quarantunenne Isidoro Di Stefano con 5 anni ciascuno e, infine, Diego Milazzo con 4 anni di reclusione.
Le richieste avanzate dal pubblico ministero sono state assai più severe, sia in termini di pena che di multe, rispetto alle decisioni del giudice. Oscillavano, infatti, da un minimo di 6 anni e 18 mila euro di mula – nel caso concreto Santoro – a un massimo – in questo caso Ragusa e Giuseppe Fiume – di 14 anni di carcere.
Gli undici – assistiti dagli avvocati Manuela Micale, Giuseppe Dacquì, Maria Francesca Assennato, Giuseppe Iacuzzo, Davide Schillaci Torquato Tasso, Adriana Vella, Antonio Pecoraro, Carmelo Lo Presti, Luigi Di Fede, Pierpaolo Montalto. Massimo Ferrante e Belinda Zisa – erano accusati, a vario titolo, del reato associativo finalizzato allo spaccio e singoli episodi di smercio.
Tutti hanno chiesto e ottenuto di essere processati con il rito abbreviato dal gip del tribunale di Caltanissetta, Emanuela Carrabotta.
La presunta organizzazione avrebbe spacciato droga a Caltanissetta, a San Cataldo ed a Catania. E, talvolta, la droga sarebbe stata nascosta anche nei pannolini dei bambini.