Caltanissetta – Scattano sequestri preventivi a carico di sedici indagati e di sei aziende al centro di un fascicolo per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti.
È il frutto del lavoro dei carabinieri forestali del centro anticrimine natura di Palermo che hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo chiesto dalla direzione distrettuale antimafia della procura di Palermo.
Secondo la tesi investigativa una organizzazione criminale avrebbe gestito i settori raccolta, trasporto, gestione, recupero e smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. È quanto sarebbe emerso dalle indagini a cura del nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale
Il giro, secondo stime riferite al solo periodo d’indagine, sarebbe di oltre 3 mila tonnellate di rifiuti, per profitti illeciti di oltre 300 mila euro. In una delle aziende “requisite” sono stati scovati trecento metri cubi di rifiuti speciali pericolosi che l’azienda non avrebbe potuto ricevere perché non autorizzata a questo tipo di trattamento. Tra questi , mezzi non bonificati completi di plastiche, vetri, apparecchiature elettroniche, residui di olii esausti, morchie e vernici già in parte raccolte in canali di scolo delle acque piovane, con evidente danno all’ambiente.
Il provvedimento di sequestro, più in dettaglio, ha interessato due aziende del settore che sono state adesso affidate ad un amministratore giudiziario e, ancora, sedici 16 autocarri e somme, per equivalente, per 153 mila euro.
I rifiuti – perlopiù parti anche meccaniche di autoveicoli, batterie al piombo, rottami ferrosi, metalli non ferrosi, imballaggi metallici, apparecchiature elettriche ed elettroniche – venivano scaricati, sia da privati che da ditte non autorizzate alla raccolta e al trasporto, negli impianti adesso finiti nel mirino di carabinieri e magistratura.
Scarti che non sarebbero stati neanche trattati e che sarebbero stati mescolati tra loro per essere poi ceduti , dietro pagamento, come rifiuti ferrosi non pericolosi.