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Tredicenne sequestrato e torturato in un garage, minorenne chiede messa alla prova e l’altro sarà processato

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Caltanissetta – Evita processo ed, eventualmente, la detenzione. È attraverso la messa alla prova che, almeno in questa fase, lo ha ottenuto. Lui, un diciassettenne, che insieme a un coetaneo è accusato di avere sequestrato e torturato all’interno di un garage un tredicenne.

L’altro imputato, nisseno pure lui come tutti i protagonisti di questa vicenda, invece, andrà avanti con il processo.

I due – assistiti rispettivamente dagli avvocati Walter Tesauro e Massimiliano Bellini – sono comparsi dinanzi il giudice Luisa Turco perché accusati, a vario titolo, di sequestro di persona, tortura, minacce e lesioni – tutti episodi aggravati e in concorso – oltre al porto di oggetti atti ad offendere.

È di un anno il periodo di messa alla prova chiesto dal procuratore per i minorenni di Caltanissetta, Rocco Cosentino.

Nel gran calderone dell’inchiesta le presunte aggressioni a quattro ragazzini, sempre per mano degli stessi due imputati che, pur non essendo legati da nessun legame di parentela vera, si facevano chiamare «i cugini».

Adolescenti presi pure loro a calci, pugni, ginocchiate, una testata rifilata al malcapitato di turno indossando un casco e minacciato anche con un coltellino. Uno scenario poi ricostruiti dai carabinieri.

Il movente del sequestro e delle torture, secondo la tesi degli inquirenti, sarebbe stata una spedizione punitiva nei confronti del tredicenne, perché si sarebbe lamentato proprio per le aggressioni nei confronti di suoi amici.

E la mattina del 7 settembre di tre anni fa, i due allora quindicenni hanno messo in azione il loro piano. Attirando l’adolescente dentro quel box nel cuore del centro storico nisseno per poi picchiarlo e seviziarlo. Preso a calci, schiaffi e pure sputi in viso. Minacciandolo con un martello e un coltello puntato al volto. E, alla fine, gli hanno pure versato addosso acqua e olio motore simulando con un accendino il gesto di volergli dare fuoco.

Soltanto dopo una novantina di minuti, sentendo voci in strada proprio davanti la saracinesca di quel garage ,  avrebbero liberato il tredicenne.

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