Home Cronaca «Truffa per un rogo sospetto in azienda», nuovo processo per i titolari

«Truffa per un rogo sospetto in azienda», nuovo processo per i titolari

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Caltanissetta – Il sospetto è che abbiano incendiato la loro l’azienda per incassare il premio assicurativo.  Un teorema, quello dell’accusa, che è già costato loro una condanna in primo grado.

Sì, perché hanno rimediato la pena a due anni di reclusione perché accusati e poi ritenuti responsabili dell’ipotesi di truffa.

Per quel premio di alcune decine di migliaia di euro che hanno intascato sull’onda di quel rogo che, per l’accusa, sarebbe stato provocato dolosamente.

Questo il quadro che sarà al centro di un secondo passaggio in aula chiesto dagli stessi sospetti piromani, Francesco e Vincenzo Famà, titolari di un deposito di bibite a Gela.

Ad accendere i riflettori su questo incendio, ritenuto sospetto, è stata la stessa compagnia assicurativa chiamata a risarcire i titolari dopo quello che in apparenza sarebbe sembrato un rogo accidentale.

Ma successivi accertamenti avrebbero indotto gli inquirenti a imboccare un’altra pista, poi culminata nelle accuse a carico dei due gestori del deposito che, adesso, reclamano un nuovo giudizio.

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