Home Cronaca «Truffe all’Inps con falsi braccianti»,  chieste 126 condanne

«Truffe all’Inps con falsi braccianti»,  chieste 126 condanne

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Caltanissetta – Chieste 126 condanne per un sospetto giro di truffe ai danni dell’Inps. È stata la procura a sollecitarle al processo che ha preso le mosse da un’indagine di carabinieri e guardia di finanza che, in origine, ha messo nel mirino  centotrentasette imputati. Ma undici posizioni sono state poi stralciate.

Adesso l’accusa ha proposto la pena più severa, 6 anni e 8 mesi di reclusione, per l’imprenditore Massimo Franco Maurici – assistito dagli avvocati Giacomo Vitello, Carmelo Terranova – e 5 anni per Ciprian Corneanu – difeso dall’avvocato Giovanni Maggio – romeno d’origine ma che vive a Riesi ormai da parecchi anni.

I due sono accusati di truffe ai danni dell’Inps e il solo romeno anche di estorsione, perché avrebbe reclamato la restituzione di un assegno di disoccupazione riconosciuto a un bracciante.

Poi sono state chieste altre 124 condanne a 2 anni e 4 mesi ciascuno nei confronti di presunti falsi lavoratori nei campi che, però, negli anni avrebbero percepito ogni tipo d’indennità.

Stesse sollecitazioni sono giunte dall’Inps e le altre parti civili – assistite dagli avvocati Giuseppe Dacquì e Ruggero Mancino – con richieste anche di risarcimento.

 Gli imputati – assistiti dagli avvocati Adriana Vella,  Angela Carri,  Angelo Cafà,  Antonio Impellizzeri,  Carmelo Casuccio,  Dario Giambarresi,  Donatella Baglio Pantano,  Francesca Denaro,  Francesco Pace,  Gaetano Carluzzo,  Gaetano Giunta,  Giovanni Mavilla,  Giovanni Sanfilippo,  Giuseppe Di Legami,  Giuseppe Puzzanghera,  Marcello Spiaggia,  Margerita Genco,  Maria Campo,  Mario Minnella,  Michele Ambra,  Mirko La Martina,  Ornella Crapanzano,  Paola Carfi,  Rosa Pilato,  Salvatore Centorbi,  Salvatore Patrì Sergio Anzaldi,  Valeria D’Amico,  Vincenzo Vitello,  Vittorio Lo Presti –  sono tirati in ballo per truffa e falso.

L’imbroglio, che secondo la tesi degli inquirenti sarebbe andato avanti per quattro anni, avrebbe provocato all’Inps  un “vuoto” calcolato in oltre ottocentomila euro tra indennità di disoccupazione agricola, malattia, maternità e assegni familiar

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