Niscemi – Omaggio a un carabiniere rimasto ucciso trent’anni fa. È Roberto Ticli, medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
È in servizio che lo hanno ucciso il promo ottobre del 1990 mentre prestava servizio a Porto Ceresio. Lui, quel giorno, capo pattuglia in un servizio per la ricerca e la cattura di latitanti, a un certo punto ha fermato un automobilista che stava tentando di allontanarsi.
Alla richiesta dei documenti, il sospettato ha consegnato ai militari una carta d’identità falsa. E nel momento in cui la questione gli è stata contestata, lui è fuggito.
Ma percorsi una quindicina di metri ha esploso due colpi di revolver. Uno ha raggiunto inesorabilmente al torace lo stesso Roberto Ticli.
Il militare ferito è stato subito soccorso e trasferito all’ospedale di Varese. Lì è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Ma alle tre del mattino il suo cuore si è fermato per sempre.
In quelle stesse ore è stato rintracciato e fermato un latitante svizzero, sul quale pendeva un mandato di cattura internazionale per rapina.
Lo stesso è stato trasferito in caserma e lì, durante un interrogatorio, ha ammesso di avere fatto fuoco contro il carabiniere. E ha pure rivelato ai colleghi della vittima dove aveva gettato la pistola fimpugnata poco prima.
La cerimonia si è svolta alla chiesa madre di Niscemi, con una funzione religiosa officiata da don Salvatore Falzone, cappellano militare, don Massimo Ingegnoso, parroco della madrice. Presenti, tra gli altri, i familiari di Roberto Ticli e il comandante provinciale dei carabinieri di Caltanissetta, il colonnello Baldassarre Daidone.