Beni per 300 mila euro confiscati a tre imprenditori che avrebbero frodato il fisco. Sono stati i militari del nucleo di polizia economico finanziaria delle fiamme gialle di Caltanissetta ad eseguire i provvedimenti patrimoniali emessi dal tribunale.
I tre destinatari sono stati ritenuti responsabili d’indebite compensazioni di imposte e contributi previdenziali mediante l’utilizzo di crediti fittizi.
Contestazioni che si fondano su un paio di sentenze di condanna pronunciate a carico di due imprenditori del settore tessile e un consulente finanziario. Tutti esercitano nel Nord Italia.
La misura patrimoniale ha affondato le radici negli esiti di un’indagine della guardia di finanza , coordinata dalla procura di Caltanissetta, che quattro anni addietro ha coinvolto un drappello d’imprenditori , sparsi in tutto il territorio nazionale. Tutti accusati di avere evaso fisco e previdenza , grazie all’assistenza di un noto consulente del Nisseno che ha messo in piedi un sistema d’indebite compensazioni ricorrendo a crediti, in realtà inesistenti, per bilanciare le imposte dovute.
In quell’indagine della finanza sono stati qualcosa come sessantasette i nomi finiti al centro di un dossier, con il sequestro preventivo di beni per venticinque milioni di euro o poco meno. E molti di loro sono ancora sotto processo.
«L’intervento della guardia di finanza di Caltanissetta- è stato sottolineato – testimonia l’incessante azione nel contrasto delle frodi fiscali in tutte le loro declinazioni, con particolare riferimento alle indebite compensazioni e all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, a tutela della pretesa erariale e della libera concorrenza sul mercato», è stato rimarcato.