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La poetessa Giacinta Marchione, vincitrice del Premio Giuria al III Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa di Partinico.

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Mussomeli – Ancora un prestigioso riconoscimento per la poetessa acquavivese Giacinta Marchione. Con “Figlio della mia carne è il dolore”, le è stato tributato il Premio della Critica del III Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa, “Memorial Salvo Galiano 2024”.

La cerimonia di premiazione, a cura di Francesco Billeci, avrà luogo a Partinico, sabato 7 settembre, e può vantare, come presidente di giuria, un nome noto del settore, qual è quello di Antonio Barracato, componente, fra l’altro, del consiglio direttivo dell’associazione “Accademia dei poeti siciliani Federico II”, e fortemente impegnato nella valorizzazione e diffusione della cultura e delle tradizioni popolari siciliane attraverso la poesia e il mondo dell’immagine.

E’ chiaro che, proprio ad una figura fortemente qualificata come quella di Barracato, appunto, non poteva sfuggire un talento, in erba potremmo dire -ma mica tanto!- come quello della cantrice della sofferenza e della Bellezza che ha dato prova, durante questo suo mettersi in gioco, di saper maneggiare con grande cura il verbo e le sue sfumature… di senso e non senso…

E, se “figlio della carne è il dolore”, quel dolore che, mentre diversifica tutti, tutti unisce, in un comune e universale destino di vita e di morte, lei, Giacinta, a sua, volta, è figlia di quel Covid che, se tanti danni ha prodotto, sul piano del fatto, qualche prodigio, invero, l’ha compiuto pure! Tirando fuori tanta bruttezza e tante brutture dall’animo umano ma altrettanta Bellezza, da chi la possiede, innata. Poichè, non ci stancheremo mai di dirlo, “la bellezza sta negli occhi di chi osserva”.

Nasce e si forma così, infatti, lungo le giornate senza tempo e fuori tempo del Covid e della pandemia, Giacinta, osservando la natura e il suo canto struggente di superba bellezza. Da uno scatto alla composizione in versi è stato un passo, e anche breve. Così come breve è stato anche il lasso di tempo che l’ha consegnata al successo e alla ribalta del podio. Come un destino che, in qualche modo, è scritto nella terra.

Un nome noto e apprezzato ormai, quello di Giacinta Marchione, non solo nell’entourage siciliano ma anche nell’ambito di vari, prestigiosi, concorsi nazionali che continuano a vederla favorita e votata da tutto il mondo. E’ proprio il caso di dirlo!

Una gratificazione che giunge, “necessaria” a fronte di quello che è stato un percorso ed un processo estremamente spontaneo, proprio come quei germogli della natura che la poetessa provetta, assistente sociale nella vita di ogni giorno, si divertiva ad immortalare nei suoi fermo immagine.

Adesso pronta e agguerrita come non mai, almeno così ci piace pensarla, per questo nuovo avvincente traguardo. E non sia mai -ci piace pensare anche questo- che, in un mondo che vacilla sotto i colpi della logica ferrea dell’agenda woke, a salvare questo mondo, perennemente in bilico, possa essere proprio la poesia. E il suo inafferrabile vaticinio. Quell’arte senza tempo di ogni tempo che è stata e continua ad essere una delle espressioni primordiali dell’uomo e dell’animo umano. Un bisogno necessario.

Perchè la poesia è esorcismo per chi scrive e catarsi per chi legge, nel tentativo, non tanto vano, di consegnarci un mondo migliore!

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