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Al via “Le Giornate della legalità” a cura della FIDAPA di Mussomeli. Esordio in grande stile

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Mussomeli  – Ancora due eventi altamente qualificanti per Mussomeli e il suo territorio, quelli promossi dalla FIDAPA, la Federazione Italiana, Donne, Arti, Professioni, Affari, sez. di Mussomeli, in collaborazione con i comuni di Mussomeli, Bompensiere, Acquaviva e Marianopoli, nelle giornate del 21 e 23 luglio.

La piazza quale agorà del terzo millennio, è l’immagine, forse un tantino visionaria, che sta alla base de “Le Giornate della Legalità”. Un progetto ambizioso che ha avuto la sua epifania, grazie all’impegno e al lavoro straordinario messi in campo dalle fidapine di Mussomeli. Donne, professioniste, che alacremente si sono spese per l’ottima riuscita dei due eventi. E così è stato. Due serate fortemente partecipate sia dal punto di vista numerico che dal punto di vista emotivo. Del resto non poteva essere altrimenti data la caratura dei personaggi che sono intervenuti, sia domenica che martedì.

Domenica, infatti, è stato l’esordio con lo spettacolo teatrale “Poeti ed Eroi”, a cura del cuntastorie Salvo Piparo. Lo straordinario aedo del terzo millennio che ha calcato la scena della piazza recentemente riqualificata e restituita alla sua comunità, parlando al pubblico con il linguaggio ancestrale del cunto.

Ha toccato tutte le corde Salvo Piparo, assieme ai due musicisti Michele Piccione e Duilio Virzì -altri due talenti- con quel cunto che ci appartiene. A tutti. Perchè la nostra, terra di cunto è! Con il suo ritmo incalzante e le sue pause, che, dalle nostre parti, la dicono, lunga, il cunto di Salvo Piparo, struggente e carnalmente poetico, ha tenuto inchiodati, alle sedie, alle panchine, o anche all’impiedi, una folla enorme che, per quasi due ore, è stata condotta per mano, dentro la scena di una terra, quella terra di tutti e di Nessuno, che alla miseria delle bombe, oppone, quale glorioso contraltare il canto della poesia e dei suoi poeti.

Da Astolfo che si reca sulla luna in cerca del senno dei siciliani, che di ritrovarlo non ne vogliono sapere, a quegli eroi, che saltano in aria, ridotti a brandelli, irriconoscibili eppur sempre vivi, è stata una narrazione continua, fluida, dove non sono mancati i momenti di voluta leggerezza e quelli di altissimo pathos. Ha coinvolto tutti, in un modo o nell’altro, con un linguaggio allusivo, ammiccante, interagendo fisicamente col pubblico, all’insegna di quell’abbattimento della quarta parete che, invero, gli è stata sempre stretta.

Quello di Salvo Piparo è stato un pò il viaggio del ritorno, in quella città che lo ha visto giocare da bambino. Ha riscoperto il suo mondo sopito, sotto la leggera coltre dei ricordi che sono emersi, prepotenti, quando sulla scena di palazzo Mistretta e della chiesa di San Francesco, in una splendida sera d’estate, per la prima volta si è materializzata la poesia del nonno carabiniere, di Mussomeli, che, abituato a mangiare le bucce delle patate, nel campo di prigionia, riprende il piccolo Piparo mentre sbuccia la frutta. Noncurante di togliere solo la buccia, e non la polpa. Un vero e proprio inedito di cui ha fatto dono al suo paese. Che, dal canto suo, lo ha ampiamente ripagato, con le lacrime agli occhi e standing ovation finale.

Tanti i tributi di affetto e stima che si sono levati anche dai commensali della piazza che ne hanno approfittato per stringergli la mano piuttosto che per strappargli un selfie. Mussomeli ha conquistato il genio del cunto e lui ha promesso che tornerà. Armato di buone intenzioni…

Martedì, invece, è stata la volta della tavola rotonda “Testimoni di Giustizia”, in cui i protagonisti sono stati quei parenti delle vittime di mafia che il dolore dei morti ammazzati lo hanno sperimentato sulla propria carne e su quella dei propri cari. Ferite che mai si rimarginano. Cicatrici che ancora sanguinano sotto il bisogno impellente di assolvere a un dovere, quello di onorare la memoria dei propri caro. Un dovere a cui nessuno si è sottratto. Un ampio parterre in cui sono risaltati nomi eccellenti quali Chinnici, Zucchetto, Cassarà. Nomi uniti tutti da uno stesso crudele destino. Storie già intrecciate che si sono incardinate, anch’esse, in una narrazione spontanea che aveva tutta l’aria di voler chiudere un cerchio.

Giovanni Chinnici, figlio del giudice Rocco, Rosalba Cassarà, sorella del vicequestore Ninni, Santina Zucchetto, sorella dell’agente Lillo, Domenico Chinnici, nipote del giudice e legale di parte civile della famiglia Setti Carraro al primo maxiprocesso, questi i nomi degli autorevolissimi intervenuti per la magistrale conclusione del giudice Giovanbattista Tona. In collegamento diretto è intervenuto Giuseppe Collura, musicista di Sutera, residente a Bologna, autore di un brano dedicato a Lillo Zucchetto. In chiusura la presentazione di un lavoro fotografico dell’architetto Santo Edoardo Di Miceli “Da Capaci alla nuova Resistenza”, una ricognizione, a posteriori, dei tragici anni che vanno dall’Ottanta ai primi Duemila.

Presenti i sindaci di Mussomeli e di Acquaviva Platani, rispettivamente Giuseppe Catania e Salvatore Caruso, il comandante provinciale della guardia di finanza di Caltanissetta, colonnello Stefano Gesuelli; il vicecomamdante provinciale dei carabinieri di Caltanissetta, tenente colonnello Alessio Artioli; il primo dirigente della Polizia di Stato di Caltanissetta, Patrizia Pagano; il comandante della guardia di finanza di Mussomeli, luogotenente Salvatore Maurizio Imbesi; il luogotenente Lorenzo Chiatante, comandante della stazione dei carabinieri di Mussomeli e il luogotenente Carmelo Sedita, comanndante del Norm dei carabinieri di Mussomeli; il comandante della Polizia Municipale, commissario Attilio Frangiamore.

Numerosi i carabinieri che hanno assicurato e garantito l’ordine pubblico assieme al servizio di ambulanza gentilmente e gratuitamente messo a disposizione dal gruppo Misericordia di Missomeli

Un plauso alle fidapine tutte di Mussomeli che, da sempre si spendono per tenere alta, se non altissima, l’asticella degli eventi culturali. Riuscendo persino a portare in uno sperduto paese dell’entroterra, personalità dall’indiscusso calibro che si erano messe a disposizione pure per il sacrissimo 19 luglio.

Una sezione attiva da cinque anni che non ha mai subito battute d’arresto ma solo forte implementazione qualitativa e quantitativa. E i risultati ne sono la conferma. Poichè sono stati due eventi per niente semplici o scontati.
In particolare a spendersi per queste due iniziative, che, tuttavia, sono solo il primo step di un programma molto più ampio, ancora da definire, sono state la presidente Maria Teresa Canalella che, non solo ha coordinato l’attività delle socie, indomite, come ogni donna che si rispetti, ma ha anche messo a disposizione il proprio B&B e una sua creazione artistica per il sorteggio; la past president Emilia Di Piazza che, grazie al suo personale contatto con Salvo Piparo, si è adoperata per portarlo A Mussomeli -cosa questa di cui Piparo ha dato ampia attestazione pubblica- e che ha moderato la tavola rotonda; la vicepresidente Ilaria Sparacello che, oltre a contribuire, assieme alla socia Alessandra Romano, per contattare i relatori, ha messo a disposizione un buono spendibile in pasticceria; la tesoriera Claudia Falletta che, oltre a mettere a disposizione un articolo di InCasa, insieme alla segretaria esecutiva, Maria Carmela Pitonzo, ha condotto la serata della domenica e che, assieme alle socie Alessandra Romano, Fabiola Nicastro, Michela Messina, Mariangela Nicastro, si è adoperata per recuperare la somma necessaria allo svolgimento degli eventi; Alessandra Romano che, fra l’altro, ha avuto l’idea, già lo scorso anno, di celebrare una giornata della memoria e che, assieme alla socia Giacinta Marchione, ha collaborato per la mise en place dell’evento, Adriana Tuzzeo che ha messo a disposizione degli ospiti la propria struttura ricettiva.

Un sentito ringraziamento, da parte della FIDAPA, a tutti quegli esercenti che hanno collaborato per le serate.

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