Home Cronaca Non di solo pane. Ora nel Vallone servono anche aiuti non alimentari

Non di solo pane. Ora nel Vallone servono anche aiuti non alimentari

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Palermo – Non ho mai dubitato che l’Italia non ce la farà. Questa Nazione ha un patrimonio valoriale affinato da una esperienza di civiltà plurimillenaria. La storia del Belpaese non puoi inventarla o ce l’hai o ne sei sprovvisto, tertium non datur. Così come il nostro estro creativo inventa ma non si inventa. Nello stivale la propensione al bello è un’attitudine innata. Così come la generosità. Gli italiani hanno una sensibilità superiore, acuita durante le emergenze e i drammi, dalla capacità di immedesimarsi e nel venire incontro a chi ha meno o rimane indietro. Nel Vallone, questa solidarietà è esplosa in modo dirompente. Raccolte, spese sospese, donatori anonimi capaci di uscire dalla propria tasca 20mila euro, come è successo a Mussomeli in questi giorni. Con l’arrivo dei soldi dello Stato l’urgenza dei beni di prima necessità è meno impellente, ci sono i mezzi per affrontarla nei prossimi mesi. Sotto il profilo economico, il problema non è più la pasta o il latte. Ciò che preoccupa sono gli indigenti di seconda linea. Quelli che  hanno problemi con il cassetto fiscale,  non con quello della dispensa.  A turbare  il sonno di questo esercito di persone che saranno bisognosi a breve o brevissimo termine, non sono i carrelli ma i bollettini. Così è degna di menzione ed emulazione l’iniziativa del sindaco di Montedoro  che, per primo,  ha disposto  la sospensione dei tributi locali fino al 31 maggio. Una sfida complessa spetta poi a un’altra categoria che dovrà disputare una gara quasi proibitiva:  “la Partita delle Partita Iva”. I prodotti non venduti, i mancati guadagni, i giorni di chiusura non si recuperano; inoltre, c’è l’aggravante che una ripresa dei consumi a livelli tali da consentire di riaprire e tenere aperte  le saracinesche non è fattibile se non si innesca un meccanismo di incentivi agli acquisti, possibilmente, favorendo il mercato locale. In questo senso estendere la categoria dei beni utilizzabili per i voucher spesa potrebbe essere una soluzione. Buoni per locali di ristoro, per l’acquisto di scarpe e abbigliamento, di prodotti artigianali, carburante  elettronica, per pagare meccanici, idraulici, elettricisti e così via. Un  circolo virtuoso che consenta  di far girare soldi e persone.  Una trattazione a parte meritano tasse, mutui e spese di affitto o legate ai figli che studiano, soprattutto, all’università.  Perchè la sospensione, misura ottima nell’immediato, non equivale al condono e il conto prima o poi sarà presentato e andrà  saldato. A confortarci c’è una luce più potente del buio pesto che vorrebbe oscurarci. Siamo l’Italia e se un virus,  il destino, paesi europei  sono contro di noi, peggio per loro! La bellezza esteriore ed interiore che contraddistingue la nostra terra, ci salva e ci salverà

 

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