Caltanissetta – A quindici giorni esatti dal suo arresto il sindaco di Resuttano torna in libertà. È stato il tribunale del Riesame a scarcerare Rosario Carapezza accogliendo l’istanza avanzata dall’avvocato Giuseppe Dacquì. Per lui sono stati subito revocati i domiciliari.
Lo stesso tribunale (presieduto da Andrea Catalano) ha accolto pure le richieste delle difese del funzionario comunale Antonino Genduso, del tecnico esterno Mario D’Anna e dei professionisti Gandolfo e Marilena Diprima e Salvatore Castaldo – assistiti dagli avvocati Alberto Fiore, Giuseppe Dacquì e Angelo Farruggia – che s’erano visti piovere sul capo, in forza dell’ordinanza, la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio per un anno e, per gli altri, il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione, sempre per dodici mesi. Le singole misure erano state applicate in relazione ai rispettivi ruoli professionali.
Non si sono rivolti al tribunale del Riesame, invece , il capo dell’ufficio tecnico e responsabile unico di progetto, Giuseppe Barbieri e il funzionario Antonino Geraci – assistiti, rispettivamente, dagli avvocati Michele Ambra Angelo Farruggia – pure loro destinatari di misure interdittive.
Di contro la procura, con il pm Dario Bonanno, ha insistito per la conferma dell’applicazione delle misure cautelari.
Sono tutti finiti al centro di un dossier della magistratura che ha coordinato le indagini dei carabinieri, concentrate su tre appalti del comune di Resuttano.
Gare che, secondo la tesi accusatoria, sarebbero state “manovrate”. E attraverso questo ipotetico sistema , ora messo in discussione dal Riesame, il sindaco si sarebbe garantito consenso politico e vantaggi elettorali.
