Caltanissetta – In cella ha trascorso otto giorni. Ora ha lasciato il carcere. V’era finito, insieme ad altri presunti trafficanti di droga, tra le pieghe dell’inchiesta «Drugstore», curata dai carabinieri, con il coordinamento della procura distrettuale antimafia nissena.
A lasciare la cella del «Malaspina», per andare ai domiciliari con il braccialetto elettronico, è stato il ventitreenne nisseno Alex Lauria. Il giudice per le indagini preliminari , Santi Bologna, con il parere sfavorevole del pubblico ministero – titolari del fascicolo sono i sostituti Nadia Caruso e Stefano Strino – ha condiviso le argomentazioni dell’avvocato Davide Schillaci – sostituendo così la misura cautelare per consentire al sospetto pusher di seguire il programma di recupero al “sert”.
Analogo provvedimento la difesa lo aveva già ottenuto, per il suo assistito, anche per il blitz antidroga di polizia, «Tritone», del marzo dello scorso anno. Procedimento da cui, a fin novembre scorso, Lauria ne è uscito con la condanna a sei anni al termine del giudizio con rito abbreviato.
In questa nuova inchiesta Lauria è stato accusato di essere pedina di una presunta rete trafficanti di grosse partite di hashish, ognuno con un ben preciso ipotetico ruolo. E il giovane, secondo lo spaccato tracciato da carabinieri e magistrati, sarebbe stato tra coloro che avrebbero smerciato il “fumo”.