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Blitz antidroga Piramide, chi si difende e chi fa scena muta: sette i nisseni coinvolti

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Caltanissetta – Chi fa scena muta e chi risponde alle domande del gip. Così nella prima tornata d’interrogatori legati al maxi blitz antidroga die carabinieri ribattezzato «Piramide».

Inchiesta incentrata su un traffico di droga tra due province, quella agrigentine la nissena e che globalmente ha coinvolto ventisei indagati, sette dei quali del Nisseno.

Più in dettaglio il  trentunenne sancataldese Salvatore Carlino e il quarantenne gelese Mirko Salvatore Rapisarda, tra i sette destinatari di ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, mentre per altri cinque è stato disposto il divieto di dimora.

Provvedimento, questo, che pende, sul trentenne nisseno Pietro Andrea Marchese Ragona, i sancataldesi

Francesco Albanito, Giuseppe Lalomia e Gianluca Salvatore Mantione –  quarantacinquenne il primo, trentaseienne il secondo e ventisettenne l’altro – e in cinquantunenne di Sommatino, Lorenzo Virgone.

Sono stati tirati in ballo, seppur con differenziazioni sulle rispettive posizioni, in relazione alla sospetta movimentazione di cocaina e hashish tra il Nisseno e l’Agrigentino.

E intanto prosegue il giro degli interrogatori al cospetto del gip di Agrigento, Stefano Zammuto, firmatario dell’ordinanza chiesta dal procuratore capo Luigi Patronaggio e  dal sostituto Gloria Andreoli che hanno coordinato le indagini dei carabinieri poi culminate nel blitz che avrebeb squarciato i veli su una sospetta movimentazione di fiumi di droga.

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