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Poesia per immagini, l’arte del presepista mussomelese Salvatore Alongi

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MUSSOMELI – Ha solo 18 anni Salvatore Alongi, ma una grande vena artistica. Figlio di Maria Favata e di Michele Alongi, una famiglia che insieme ad altri tre figli, oltre a Salvatore il più grande, è forse la sua fonte di ispirazione per bontà e gentilezza d’animo.

Pazienza, costanza e passione sono i tre ingredienti della sua arte, utili a ricavare delle splendide scenografie che rappresentano la Natività. “E’ una passione, quella del presepe, nata in me fin da piccolo, dall’età di 5 anni, quando nel salotto di casa, aiutavo la mamma a mettere in atto la scenografia della Natività. Ho iniziato ad occuparmi di presepe in prima persona a 14 anni, con la mia voglia di costruire o creare ambientazioni che a volte richiamassero anche scorci della nostra Mussomeli, come il quadro della Madonna Dei Miracoli all’interno di un’abitazione”.

Bisogna essere attenti osservatori della realtà per poterla poi rappresentare; per questo le case dei suoi presepi richiamano in qualche modo quelle del centro storico Manfredonico. “E’ un lavoro di grande pazienza – rivela Salvatore – non bisogna avere fretta per realizzare queste cose e non tutti i giorni sono buoni per riuscire nell’impresa.”

Con le sue mani, usando l’attrezzatura che ormai si è costruito ed utilizza da tanti anni, riesce a sagomare le montagne, ma anche un cestino oppure una vecchia porta e perfino i cardini di una finestra delle dimensioni inferiori a un centimetro; il trucco è saper tradurre nel piccolo quello che si vede in grande e Salvatore in questo sembra una stampante che fotocopia ciò che attira il suo interesse per creare presepi dal fascino particolare.

“Inizio a raccogliere, impostare e creare materiali a metà Ottobre, lavorando a scenografie da incastonare, a poco a poco, in un unico contesto. Del Natale mi attira tutto ciò che gira attorno a questo evento, dal presepe e alla creatività che ne deriva, alla ideologia della parola Natale, a ciò che rappresenta all’amore che ispira”.

Molti pensano che creare i presepi sia una prerogativa di persone in là con gli anni, ma avendo avuto il piacere di poter ammirare il presepe di Salvatore, che voleva frequentare l’istituto d’Arte ma che ha finito per fare l’Alberghiero, anche la cucina è arte d’altronde, posso solo dire che il presepe è prerogativa di chi lo ama e sente una particolare ispirazione nel riprodurlo e magari lanciare un messaggio di amore e semplicità. Nell’osservare la creazione di Salvatore, la sua arte in forma di presepe, ho letto un invito alla sobrietà, dove il bambin Gesù nasce in un contesto essenziale, quasi povero, che ci richiama ai valori semplici, quelli che contano nella nostra vita di ogni giorno.

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