Palermo – Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno di Fdi, indagato per corruzione. È stata la procura di Palermo ad aprire il fascicolo.
Secondo la tesi dei magistrati, in cambio d’incarichi affidati ai suoi collaboratori, due anni addietro si sarebbe adoperato per fare attribuire fondi a due imprenditori. Finanziamenti pubblici per un totale di trecentomila euro.
Più in dettaglio, un primo finanziamento di duecentomila euro. Il comune di Catania li avrebbe poi concesso poi alla società «Puntoeacapo» di Nuccio La Ferlita per manifestazioni natalizie. Il secondo contributo da centomila euro, invece, sarebbe stato destinato a un’iniziativa dei teatri Bellini di Catania e Politeama di Palermo , andando alla Fondazione Dragotto sempre per eventi natalizi
Sotto la lente della magistratura del capoluogo isolano vi sono anche le posizioni dell’addetto stampa di Galvagno, Salvatore Pintaudi e della portavoce, Sabrina De Capitani. Loro sarebbe stato i beneficiari d’incarichi “fantasma”, secondo i magistrati.
Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana è già stato ascoltato dai pm – titolari del fascicolo sono i sostituti Andrea Fusco e Felice De Benedettis – e avrebbe respinto ogni contestazione.
Intanto si esprime sulla questione il sindaco di Mussomeli che sulla vicenda in una nota scrive: “desidero esprimere la mia fiducia nel lavoro della Magistratura e la mia vicinanza personale e istituzionale. Sono certo che l’attività puntuale e legittima che la Magistratura sta conducendo si concluderà accertando la totale estraneità dell’On. Galvagno rispetto all’accusa che gli viene contestata. Questa convinzione si fonda sulla conoscenza diretta e sulla frequentazione istituzionale che ho con il Presidente Galvagno, al quale riconosco rigore morale, trasparenza e integrità. Valori che ha sempre dimostrato nell’esercizio delle sue funzionii pubbliche e nel rapporto con i cittadini. In un momento delicato – conclude Catania – icome questo, è fondamentale ribadire la fiducia nella Giustizia e nel principio costituzionale della presunzione di innocenza”.