Caltanissetta – Due condanne per un tentato trasferimento di beni. Assolto, invece, un terzo imputato ritenuto testa di legno… che testa di legno non era.
È di un anno e quattro mesi la pena per il quarantacinquenne imprenditore, Matteo Allegro, ritenuto sostanzialmente il personaggio chiave, mentre un anno è stato inflitto alla compagna, la quarantatreenne Alessia Assunta Taschetti – assistiti dagli avvocati Dino Milazzo e Salvatore Amato – per tentato trasferimento fraudolento di beni. La donna ha beneficiato della sospensione della pena.
Assolto totalmente, a fronte di una richiesta di pena a 2 anni avanzata dall’accusa, il quarantaduenne Filippo Principe – assistito dall’avvocato Massimiliano Bellini – per intestazione fittizia di beni. Da questa imputazione è stato assolto puro Allegro perché il fatto non sussiste.
Questo il verdetto emesso dal tribunale presieduto da Francesco d’Arrigo (a latere Nicoletta Frasca e Giulia Zappalà) che motiverà entro novanta giorni.
La seconda contestazione, quella che alla fine non ha retto al vaglio dei giudici, era legata alla presunta intestazione teorica della «King starslot», di via Santo Spirito, centro raccolta scommesse e giochi elettronici. E al solo Allegro è stata pure contestata l’aggravante di avere agevolato la famiglia nissena di cosa nostra e di avere agito mentre era sottoposto a sorveglianza speciale. Ma il teorema alla base di questa imputazione non ha poi trovato conferme in dibattimento.
Di contro non ha vacillato il primo capo d’imputazione, quello contestato alla coppia. Sì, perché la donna s’è presente in questura chiedendo due licenze di pubblica sicurezza che poi, la questura, dopo alcuni accertamenti, ha negato.
Secondo la tesi accusatoria quella “manovra” doveva servire a trasferire la titolarità della stessa «King starslot» da Principe alla compagna di Allegro. Tentativi che, secondo gli inquirenti sarebbero stati messi in atto per eludere eventuali provvedimenti di sequestro a carico di Allegro già coinvolto in precedenza in una maxi inchiesta di polizia in cui, tra l’altro, gli è stato puro contestato il concorso esterno in associazione mafiosa.