Caltanissetta – Condannato a risarcire il Comune per avere intascato mazzette da un padroncino di autobotti d’acqua. È dalla Corte dei Conti che è arrivato il pronunciamento che lo costringerà a indennizzare.
Un verdetto, quello dell’organo di controllo regionale, che ha imposto a un dipendente comunale di Gela di risarcire trentaseimila euro alla sua amministrazione di appartenenza, meno della metà dell’importo che, in termini di danno erariale, gli era stato contestato durante le indagini che ne sono derivate.
Sotto il profilo penale, sia il padroncino e il dipendente hanno già patteggiato le rispettive pene. Perché uno avrebbe intascato soldi, l’altro avrebbe avuto acqua a sbafo. Ma sono rimasti aperti strascichi sotto il profilo contabile-giurisdizionale.
Secondo la tesi accusatoria, il dipendente comunale avrebbe concesso al titolare di autobotti di rifornirsi a sbafo da un allaccio idrico comunale, in cambio di soldi che sarebbero finiti nelle sue tasche. Situazione, questa, che durante la fase investigativa sarebbe stata accertata per qualche tempo con appostamenti e intercettazioni ambientali.
Fin qui l’accusa, perché la tesi difensiva ha viaggiato su un piano divergente, ridimensionando in maniera consistente i contorni della vicenda.
