Caltanissetta – Annullata, seppur non definitivamente, la condanna per un finanziere. Resta ferma, invece, la sentenza per un assistente di polizia e l’ex collaboratore di un imprenditore che è stato ritenuto un po’ il fulcro dell’intera inchiesta.
Questo è quanto ha disposto la Cassazione in questo nuovo atto processuale legato al dossier «Les jeux sont faits» incentrato su un presunto mega giro di truffe ai danni dello Stato attraverso l’imposizione di slot machine che sarebbero state taroccate.
Annullata la sentenza, con l’invio degli atti alla corte d’Appello per un nuovo processo – il quarto – nei confronti del finanziere Giuseppe Monterosso – assistito dall’avvocato Boris Pastorello – che era stato condannato in appello a 2 anni e 8 mesi per tentata concussione. Perché accusato di avere chiesto a un imprenditore la restituzione dei suoi soldi persi alle slot. Questa, almeno, è stata la tesi degli inquirenti. Per lui la Suprema Corte ha disposto la celebrazione di un nuovo procedimento.
Verdetto in ghiaccio, invece, per gli altri due ricorrenti. Già perché le loro istanze sono state ritenute inammissibili.
A cominciare da quella avanzata dall’assistente capo di polizia Agostino Sergio Longo – assistito dall’avvocato Antonio Impellizzeri – che ha tentato la via dell’assoluzione nel merito. Già, perché l’ipotesi di corruzione contestata a suo carico è stata dichiarata prescritta a fronte di una richiesta di pena, avanzata dalla procura generale in appello, a tre anni e dieci mesi.
Inammissibile pure il ricorso di Marco Angotti – difeso dall’avvocato Dino Milazzo- che era stato condannato per tentata estorsione a 3 anni e 6 mesi. Pena che ha già interamente scontato.
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