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Cresta a buste paga di prof e personale sfruttati in istituti paritari, un arresto dei carabinieri e sospensione da lavoro per altri 4 indagati

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Caltanissetta – Cresta sulle buste paga dei dipendenti. E, talvolta, avrebbero anche dovuto restituire tutto. E docenti e personale Ata si piegavano al ricatto pur di ottenere punteggio legato al servizio e di guadagnare qualcosa. Del rispetto del contratto di lavoro, neanche a parlarne.

Un meccanismo che è stato scoperto dai carabinieri e, alla fine, è scattato un arresto e per altri quattro indagati, il divieto per un anno d’insegnare o di lavorare in questo ambito. I cinque sono stati tirati in ballo, a vario titolo, per estorsione e sfruttamento del lavoro.

Il provvedimento restrittivo disposto dal gip di termini Imerese ha interessato la presidente del consiglio d’amministrazione della cooperativa «La Rocca di Cefalù», la sessantunenne Patrizia Ficicchia, che gestisce due istituti superiori a Termini Imerese e Cefalù.

Sotto ricatto vi sarebbero stati 118 dipendenti della coop, perché, secondo la tesi di militari e magistrati «gli indagati avrebbero operato a vantaggio della stessa mantenendo bassi costi di gestione e massimizzando i profitti».

Tra le pieghe dell’operazione sono stati sottoposti a sequestro preventivo 65.300 euro in denaro contante. Somma scovata nelle abitazioni degli indagati e negli stessi istituti paritari legati alla cooperativa. In qualche caso erano stati conservati in buste che contenevano pure elenchi nominativi del personale.

Le indagini sono scattate nel gennaio dello scorso anno e avrebbero consentito di rivelare che docenti e personale Ata sarebbero stati sfruttati già a partire dal settembre di cinque anni fa.

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