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Rapporti sospetti tra il boss e il suo ex difensore, legale torna in giudizio

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Caltanissetta – Concorso esterno in associazione mafiosa. È la contestazione mossa nei confronti di un legale ora a giudizio dinanzi la corte d’Appello di Caltanissetta.

Secondo passaggio in aula per la posizione dell’avvocato Grazio Ferrara che, secondo la tesi dei magistrati nisseni, dopo l’arresto del boss sarebbe stato una sorta di punto di contatto tra lo stesso capomafia gelese Salvatore Rinzivillo, di cui era difensore, e gli affiliati alla cosca.

Accusa, questa, che al termine del primo processo è costata al legale una condanna a sei anni e otto mesi per concorso esterno.

Fin qui la tesi degli inquirenti contestata punto su punto dalla difesa che, piuttosto , ha rimarcato come i rapporti tra il boss e il suo allora legale fossero solo ed esclusivamente di natura professionale: uno indagato, l’altro semplicemente suo difensore.

Teoremi contro, ma al termine del primo grado del giudizio il tribunale ha fatto pendere l’ago della bilancia dalla parte dell’accusa, seppur rimodulando l’imputazione.

Ora toccherà alla corte d’Appello di Caltanissetta vagliare la posizione dello stesso legale sospettato di essere un punto di riferimento per il boss di cosa nostra in cella, ossia quel Rinzivillo ritenuto legato a doppia mandata al clan Madonia di Vallelunga, capeggiato dallo stesso «Piddu» Madonia.

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