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L’architetto Salvatore Nigrelli, con Francesco Ferla, firma il progetto del Museo di Ayrton Senna a Siculiana

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Mussomeli – C’è anche la firma, autorevole, di un noto architetto di Mussomeli, nel progetto del museo dedicato ad Ayrton Senna. Nascerà a Siculiana, nel paese dove tutto ha avuto origine, il museo dedicato al pilota più amato del mondo. Il pilota do Brasil, che torna a casa, nell’isola di Sicilia, lungo un viaggio di ritorno firmato dai progettisti Salvatore Nigrelli e Francesco Ferla. Due nomi che già, di per sè, sono sinonimo di un profondo rapporto di amicizia e, adesso, anche di una consolidata intesa professionale. Maturata sul campo ancorchè sul metaforico tavolo da disegno e che fatto sintesi di due talenti, uno più “costruttivo”, Nigrelli, e uno più “grafico”, Ferla. Poi, sposare il proprio nome a quello del campione brasiliano, dalle indiscusse origini siculianesi, ovviamente rappresenta motivo di orgoglio, personale e professionale paragonabile al brivido delle quattro ruote da pista. Anche per chi le committenze importanti non rappresentano, di certo, un fatto inusitato. Tutt’altro! Formatosi presso l’Ateneo palermitano, l’architetto Nigrelli, classe 1975, ha avuto modo di approfondire la ricerca architettonica proprio all’interno del capoluogo siciliano, puntando ad una sempre maggiore “sprovincializzazione” dei contenuti che, ancora giovane e, in breve tempo, gli ha consentito di apporre la propria firma a progetti di caratura nazionale. Ne sono un chiaro esempio gli allestimenti per lo stand del Vinitaly che anche quest’anno, come avviene dal 2019, ha riscosso il favore dei visitatori e degli addetti ai lavori, nonchè delle riviste specialistiche del settore. Architettura dell’effimero che si materializza, in una parte della penisola, su un’area di circa 100 metri quadrati, proprio mentre, dall’altra parte dello stivale, prende consinstenza la poetica della forma nello spazio destinato a Senna. Un racconto narrato attraverso la realizzazione di spazi e superfici, lungo un rimando carico di storia e di significati, intimi e universali nel contempo. Il museo, che avrà come protagonista sia il campione che l’uomo, sarà realizzato nella Torre dell’Orologio in piazza Umberto I. Una struttura del XVII secolo, inizialmente edificata come chiesa e poi ricostruita dopo anni di abbandono. Due i livelli interessati per l’allestimento museografico che ovviamente, in sede di progettazione, ha tenuto conto della particolare conformazione degli spazi. “Si è deciso di considerare l’esistente come elemento caratterizzante, conformando i nuovi interventi in un dialogo continuo con esso”. E’ quanto riferiscono i progettisti. Ai quali spetta l’onere, non tanto della prova -già brillantemente superata!- di apporre l’ultimo sigillo al lavoro di ricerca, durato più di un anno, dei giornalisti Giacinto Pipitone e Anna Restivo. Lavoro che ha permesso di ricostruire le vicissitudini di una famiglia come tante altre, costretta ad emigrare in Brasile in cerca di fortuna. Dal piccolo paese situtato sulla costa agrigentina che guarda al mare d’Africa, Giovanna Magro, bisnonna di Ayrton, appena diciottenne, ha intrapreso un’altra rotta che l’ha portata dritto in Brasile, verso una meta a lei perfino sconosciuta. Sono i misteri della vita che, ubbididendo a un destino scritto nella terra, ritornano su se stessi, proprio come un circuito. Un viaggio per il Brasile andata e ritorno che, a trent’anni dalla tragica morte su una pista di Bologna, ci restituisce il campione siculo-americano sacrificato sugli altari della gloria. Il Senna pilota e il Senna uomo troveranno fissa ed eterna -si spera!- dimora all’interno dello spazio, per l’occasione, rivitalizzato con schermi touch screen, stampe ad altissima qualità e risoluzione che definiscono una trama identitaria del segno grafico. Un viaggio affascinante che ha permesso di ristabilire le coordinate della spiritualità di Senna, legandole al territorio e alla sua componente mistica e materica. Fatta della luce e dell’emotività che dalle nostre parti assumono una connotazione unica e inconfondibile e che, adesso, del seme buono ne fa un albero, a futura ed imperitura memoria.
Il progetto sarà presentato il 4 maggio presso la sede del Museo.

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