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«A quel delitto ho partecipato ma sono stato assolto», la confessione di un pentito

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Riesi – Confessa un omicidio del quale, dopo quattro processi, alla fine è stato assolto. E lo ha rivelato deponendo per videoconferenza da una località segreta a uno dei processi su mafia e omicidi che hanno tratto linfa dalla maxi inchiesta «De Reditu».

«A quell’omicidio ho partecipato, ma poi sono stato assolto», ha confessato il neo collaboratore di giustizia di Riesi,  Carmelo Arlotta  – assistito dall’avvocato Manfredo Fiormonti – tra i diciannove alla sbarra in questo processo.

L’agguato di cui s’è accusato – fatti peraltro non al centro di questo processo – è quello del riesino Giuseppe Pasqualino  ucciso il 20 dicembre del 1997.

Alla corte d’Assise d’appello che lo sta giudicando ha spiegato di «avere fatto parte del clan Cammarata di Riesi… sono stato affiliato da Francesco Cammarata. E con Giuseppe Cammarata (figlio del boss Pino ndr) i rapporti sono sempre stati ottimi… poi è stato anche il padrino di mia figlia».

Con Arlotta sono sul banco degli imputati anche lo stesso , Giuseppe Cammarata, Calogero Altovino, Gaetano Forcella, Gaetano Ficicchia, Michelangelo Amorelli,  Massimo Amarù,  Giuseppe Di Buono, Calogero Calafato, Daniele Fantauzza, Ezio Fantauzza, Angelo Ficicchia, Rocco Ficicchia, Rosolino Li Vecchi, Gaetano Lombardo, Giuseppe Montedoro, Filippo Riggio, Filippo Tambè  e Rosario Marotta – difesi dagli avvocati  Carmelo Terranova,  Vincenzo Vitello, Danilo Tipo, Giovanni Pace, Giada Faraci, Cinzia Bellomo, Giovanni Maggio, Walter Tesauro, Giampiero e Alfonso Russo, Antonio Gagliano, Valerio Rizzo, Giuseppe Di Legami, Sergio Luceri, Giuseppe La Barbera e Simona Celere – con contestazioni differenziate.

A vario titolo sono stati tirati in ballo per omicidio, tentato omicidio, associazione mafiosa, estorsione, associazione finalizzata allo spaccio, smercio di droga e detenzione abusiva di armi.

In primo grado sono stati tutti condannati con pene che oscillano da un minimo di un anno e quattro mesi  fino al carcere a vita.

Nei confronti dei diciannove imputati sono parti civili  – assistiti dagli avvocati Annalisa Petittio, Boris Pastorello, Claudio Testa, Oriana Limuti, Maria Giambra, Giuseppe Trigona, Maria Elena Ventura, Anna Maria Sardella, Giovanni Vetri – i familiari delle vittime e il Comune di Riesi.

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