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Bompensiere è “fimmina”. Le donne siciliane raccontate tramite l’arte e la cultura

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Bompensiere – “Lei… Loro… Donne di Sicilia. Le donne siciliane raccontate tramite l’arte e la cultura”. Quando la promozione e la cura del territorio passano anche attraverso la cultura. L’esempio virtuoso del piccolo comune di Bompensiere, un centro con appena un migliaio di anime, che giovedì 3 agosto, ha convogliato in piazza, fulcro della comunità, tutte le risorse presenti sul territorio, comprese quelle dei paesi limitrofi. Una vera e propria operazione di marketing culturale, si potrebbe dire, in tempi in cui vige, atavico, un luogo comune e tutto infondato, che “con la cultura non si mangia”. Laddove “mangiare” sembrerebbe ancora, per certe realtà, essere la cifra prima di qualsivoglia attività. Dalla sagra all’indotto economico è tutto “un mangia mangia generale”. Ilarità a parte, “un omaggio alla donna”, questa l’idea dell’amministrazione Virciglio che, nelle persone del sindaco Salvatore e del presidente del Consiglio, Totino Saia, ha voluto dare una narrazione altra del racconto donna. Lungi da stereotipi e dai soliti clichè. Soprattutto animata dal proposito buono di ingentivare il talento di ogni donna che, ieri come oggi, si è dovuta e si deve ancora scontrare con gli atavici pregiudizi pregiudizi sociali, senza tempo di ogni tempo, comunque privi di fondamento oggettivo. Un campo dove, se molto s’è fatto, molto ancora rimane da fare. Allestita, per l’occasione, una giornata all’insegna del futuro e della memoria, con tre appuntamenti, tutti degni di nota. Volendo imporre una “sterzata” alla programmazione amministrativa, operazione non sempre facile e scontata da parte della classe dirigente ma comunque doverosa e coscienziosa, riferisce il sindaco, a microfoni spenti. “Usciamo dalla miopia che continua a scrivere la nostra storia”. Prima tappa della maratona culturale, l’inaugurazione della mostra fotografica di Louise Hamilton Caico, nobildonna franco-irlandese che, fra il 1897 e il 1913, visse a Montedoro per via del suo matrimonio con Eugenio Caico, montedorese, ricco possidente terriero e proprietario di miniere di zolfo. Manco a dirlo, gli usi e i costumi della emancipata signora anglosassone, peraltro brava fotografa, che ha immortalato luoghi e situazioni proprie dell’ambiente di Montedoro e della provincia nissena in genere, le valsero l’ingloriosa etichetta di “donna strana”. Siamo alla fine dell’Ottocento ma potremmo inquadrare benissimo la stessa storia nel nostro tempo che, per certi e per molti versi, ha fatto registrare un’involuzione più che un reale cambio di passo del sistema verso l’emancipazione. Per inciso!. Un marchio di fabbrica tutto made in Sicily il cui brevetto la nostra meravigliosa isola fatica a cedere al migliore offerente. Pertanto il rifiuto del maschilismo e le idee di emancipazione femminile della Hamilton, comunque professate nell’ambito di un pensiero ispirato ai principi teologici secondo i quali nessun individuo può, a buon diritto, essere considerato proprietà di un altro hanno fatto il resto. Per converso, l’esperienza di vita di Louise, nel piccolo paese dell’entroterra siciliano, ai tempi in cui Bompensiere costituiva una frazione dello stesso, diede vita, con un decisivo ribaltamento del punto di vista, ad acute indagini socio-culturali, da parte dell’intellighenzia anglosassone, sfociate nel 1910 in un testo dal titolo “Sicilian Ways and Days”, dove, la sagace ironia inglese indaga, a sua volta, gli “strani” usi e costumi dei siciliani. Settanta fotografie, divise per aree tematiche, animano la mostra curata dallo studioso ed esperto locale, lo storico Calogero Messana e sarà visitabile fino al 16 agosto, al piano terra del palazzo comunale. Il secondo step della giornata è stato dedicato a “L’emerito uomo”, romanzo breve di Crocifissa Mangiavillano, il ritratto siciliano, vivido e impietoso, di Pepè Porretto, “u suprastanti” ma soprattutto l’ufficiale sanitario del paese ed esponente di spicco del partito fascista. Un esercizio di divertimento letterario, da parte dell’autrice che, a margine di un impegnativo lavoro di scrittura ha trovato il suo divertissement fra le righe. Un divertimento che ha contagiato anche alla platea a cui, con fare suadente, ha trasmesso contenuti personali e universali all’interno di una vicenda che inevitabilmente incardina la storia universale. L’autrice, originaria del paese del Gattopardo ma residente a Palermo dove svolge la sua attività di insegnante, pur vincitrice di concorso di dirigente, è arrivata da Capo d’Orlando, dove abitualmente trascorre le ferie, motivata com’era dalla buona causa. L’evento, moderato dalla professoressa Selina Mugavero, è stato introdotto dal sindaco, Salvatore Virciglio, e dal presidente del Consiglio, Totino Saia. Ha altresì portato i saluti, Emilia Di Piazza, presidente della sezione Fidapa di Mussomeli, coinvolta come partner dell’evento, grazie alla ingente promozione dell’attività culturale portata avanti dall’associazione locale che ha fatto sì che la sezione venisse attenzionata dal vicino paese. In apertura di discorso lo stesso Saia ha sottolineato di essere stato presente a qualche evento della Fidapa a Mussomeli e di averne apprezzato le modalità operative. Nel segno della sinergia, come si è detto in apertura, dove ognuno ha messo in campo le proprie risorse e competenze. Da una parte all’altra. Bello e coinvolgente il dialogo che si è innescasto a margine della presentazione. Anche questo molto lontano da stereotipi e dai soliti convenevoli di rito, dove invece una platea attenta ha recepito il messaggio spinoso che l’emancipazione passa obbligatoriamente attravero un fatto di pensiero. Che è tutto al femminile. Tante e tanto forti le voci che si sono imposte di rompere gli equilibri, a partire da chi, non ha avuto timore di gridare la propria insodisfazione perchè, pur avendo studiato, ha dovuto sacrificare la carriera per la famiglia. Perchè donna è anche questo,mamma, moglie, figlia. Figlia soprattutto di una condizione di specie su cui è meglio tacere. Le casalinghe sono diventate un tabù. Col quale, prima o poi, sarà necessasrio venire a patti e fare i conti. A chiusura poi, l’esibizione musicale del duo Adabell, le dirompenti sorelle di Roccapalumba che hanno felicemente intrattenuto, per circa due ore, un pubblico effervescente che di andarsene proprio non ne voleva sapere. Una buona prassi, ancor prima che un esempio virtuoso, la lungimiranza di una comunità forse non a caso pioniera di un sistema che vale la pena di menzionare e attenzionare, poichè la mamma dell’attuale sindaco, in carica da ottobre 2020, Calogera Capobianco, ha ricoperto la carica di sindaca nell’ormai lontano ’98 -parliamo del secolo scorso!- fino al 2003, mentre già, dal ’94 al ’98, era stata vice sindaco.

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