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Morì sotto i ferri, gli esperti della procura: «I medici non hanno responsabilità»

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Caltanissetta – I medici non hanno colpe. Queste, in sintesi, le deduzioni degli esperti nominati dalla procura per mettere nero su bianco in relazione all’inchiesta sulla morte di una donna nissena. al «Sant’Elia» Ruota attorno alla scomparsa della cinquantatreenne Antonella Geraldi deceduta sotto i ferri. Era il giorno dell’epifania.

Adesso i consulenti nominati dal pm Dario Bonanno, ossia il medico legale Elvira Ventura Spagnolo e lo specialista in chirurgia generale e chirurgia vascolare, Nello Grassi, non hanno «ravvisato elementi di censura».

Sì, perché , secondo gli stessi esperti, « il decesso della paziente può essere inquadrato nell’ambito delle complicanze prevedibili in soggetti precedentemente sottoposti ad intervento di miniby pass gastrico».

Questi gli sviluppi dell’inchiesta nei confronti di nove medici e cinque infermieri dell’ospedale «Sant’Elia» tirati – assistiti dagli avvocati Dino Milazzo, Davide Schillaci, Emanuela Micale, Walter Tesauro, Michele Micalizzi e Michele Ambra m – in ballo per l’ipotesi di omicidio colposo.

È dall’esposto presentato dai familiari della vittima – assistiti dagli avvocati Giuseppe Panepinto, Massimo Dell’Utri, Salvatore e Antonino Falzone – che ha preso corpo il dossier aperto dalla procura nissena.

È per forti dolori addominali che la donna è arrivata in ospedale tra il 4 e il 5 gennaio scorsi. E, secondo la tesi dei familiari, sarebbe stata sottoposta in ritardo a intervento chirurgico. Ritardo, secondo l’originaria tesi accusatoria, che potrebbe essere stato fatale.

Adesso sarà la procura a decidere se avanzare richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione nei confronti dei medici.

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