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Per una volta nella parte del festeggiato. I 50 coi botti dell’assessore al Turismo, Sebastiano Lo Conte.

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Mussomeli-Una festa se la meritava. E sicuramente anche più di una. Per il suo primo mezzo secolo di vita, l’assessore Sebastiano Lo Conte -Seby per amici e conoscenti- PR della movida mussomelese, ha scelto gli affetti e gli amici più cari. Quelli che fanno bello ogni momento della vita. Domenica sera, a Villa Fenice è stata un’esplosione di vita e di gioia. Da festeggiatore indefesso della città e del suo popolo, a festeggiato d’eccezione, per l’assessore al Turismo, è stato un passo. Ma non indolore. Non sia mai! Perchè, se conosciamo bene il personaggio -e bene lo conosciamo!- siamo sicuri che lo zampino di certo glielo ha messo. Il tocco personale di quelle luminarie -non proprio a misura di sala, che hanno “spaccato” la scena della location più off limits del vallone che della sobrietà invero se ne fa un baffo- non è certo passato inosservato. Con buona pace degli estimatori del “less is more” di modernista memoria. Ma -ahivoi!- l’omologazione non è cosa nostra. Non ci appartiene. Ragion per cui, l’assessore, ha tagliato il -da tutti temuto- traguardo dei 50 alla maniera che più gli si confa e come si conviene a chi di scenografie ne ha regalate alla comunità. E da tempi non sospetti. A Natale come a Pasqua, passando per sagre, cerimonie, compleanni e pensionamenti, non c’è stata festa che non abbia portato la firma di Seby. E scenografica, appunto, è stata la sua entrata in scena, con tanto di passerella a gradini, su letto di botti, dopo la doverosa attesa di rito, accompagnato da Maria Rita e dal piccolo Alessandro. Insieme nella bellezza. Ad attenderli ai piani bassi, come il giusto corononamento di una coreografia, tutti quegli “intimi” che, nel caso di specie, erano una folla. Rumorosa e rumoreggiante che della voglia di festeggiare e divertirsi non ne ha fatto mistero. Dalla discesa coi botti ai botti di sala. Di fatto la serata è stata tutta un tripudio di gioia e d’affetto che ha contagiato persino l’aria, senza esclusione di colpi. Dai giovanissimi ai più adulti, passndo per i meno giovani, non è festa se si fa discriminazione d’età. E finalmente, per una sera, il matador del palcoscenico ha mostrato senza veli tutta la sua impudica emozione. Vergine per un giorno, dell’ultimo segno estivo dello zodiaco, lui, impersona l’armonia e la bellezza, per nulla esente da vanità, socievolezza ed empatia. Meticoloso, affidabile ma anche permaloso. E sinceramente commosso per quel momento che, nella vita di ognuno, costituisce una tappa decisiva per celebrare quanto di buono e bello si è creato. In 50 anni insomma. Uno spartiacque perfetto tra un passato fatto da una molteplicità di esperienze e belle sorprese, e un futuro davanti tutto ancora da scrivere. Ma per il quale la rotta designata sembrerebbe essere piuttosto chiara. La famiglia come punto cardine della prima e della seconda vita. Due vite che si fondono e non si confondono nella relazione affettiva profonda e costante. Che l’evento fosse quello delle grandi occasioni poi, lo ha confermato la scesa in campo di chef Vincent, che, da prestigiatore sperimentato dell’intrattenimento qual è, ha affiancato Eros nell’animazione della serata in un inno d’amore e bellezza. Quale valore aggiunto della scena. Regista della tavola e della cucina, poco avvezzo a concedersi alla sala, con uguale destrezza, gestisce piatti, microfoni e fornelli. Perchè, personaggi si nasce. E di fare altro, proprio non ci è dato volere. E, mentre gli invitati ancora volteggiavano, sulla pista, alle prime ore dell’orrido lunedì, Eros, che porta il nome dell’amore, ma per quell’occasione ha vestito i panni di Caronte, ha traghettato i presenti verso altri meno ameni lidi, ricordando che, fra qualche ora sarebbe stato il momento della sveglia dopo la veglia. E, ancora, impeccabile nell’abito blu con motivo a quadri e nodo perfettamente intatto, il festeggiato per un giorno, congeda gli amici elargendo abbracci e baci dall’alto del suo metro e novantadue. Mentre, con l’autoreferenzialità, che di certo non gli manca, immagina la festa del secolo…

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