Mussomeli – “Che pizza questa isolamento!”. E’ quello che deve avere pensato Salvatore Lucerna 43 anni, proprietario della trattoria Lucerna che di impasti, lieviti e cottura al forno se ne intende. “Dopo 41 giorni di isolamento – spiega il ristoratore – oggi è arrivato l’esito del molecolare: sono negativo, così come tutti i componenti della mia famiglia”. Un’odissea iniziata l’anno scorso, il 17 dicembre, quando Salvatore aveva chiuso il locale e si era messo in autoisolamento, dopo che la moglie, la signora Maria Diliberto, era risultata positiva. “Lei è andata in campagna, io e i miei figli, Cristian di 11 anni e Alberto di 9, siamo rimasti a casa. Abbiamo trascorso il Natale separati, poi ci siamo ricongiunti quando abbiamo scoperto che anche noi eravamo stati contagiati. Eravamo tutti asintomatici, stavamo benissimo quindi questa quarantena è stata maggiormente vissuta come una reclusione”. Quando gli chiediamo come ha trascorso l’isolamento, il gestore ammette: “Il tempo trascorreva a rilento. Per fortuna abbiamo avuto l’affetto di familiari, amici ma anche clienti. tv, Internet, leggevamo ogni giorno castello incantato”. Quando gli chiediamo se ha preparato pizze confessa: No, non ero dell’umore adatto. Le uniche pizze che abbiamo mangiato sono quelle che ha preparato mia madre. Anche se ho messo su qualche chilo dato che amo la bici e mi sono dovuto fermare con i pedali. Ma i disagi più grossi sono stati quelli patiti dai miei figli, lontani dagli amici quasi in carcere, con la didattica a distanza anche quando i compagni erano a scuola”. Sul danno economico della chiusura Salvatore precisa: “Non saprei quantificare perchè non abbiamo mai avuto una zona rossa, non c’è un precedente, un termine di paragone. Certo, prima che iniziassimo con la quarantena, abbiamo lavorato bene con l’asporto quindi immagino che durante queste feste avremmo continuato a farlo. L’importante è che ora tutto sia finito, domani avremo la sanificazione del locale e sabato ripartiremo con l’asporto”.
