Marianopoli – Cadono le accuse per un presunto pusher di Marianopoli… che pusher non era. Così ha sentenziato la corte d’Appello di Caltanissetta annullando, totalmente, il precedente verdetto.
A incamerare il pronunciamento è stato il quarantenne di Marianopoli, Giovanni Raimondo Di Marco – assistito dagli avvocati Giuseppe Dacquì e Giulia Baglio – che la Corte presieduta da Giovanbattista Tona – consiglieri Carmelo Faro Faussone e Alberto Davico – ha assolto per «non avere commesso il fatto».
In primo grado, invece, era stato condannato a undici mesi di reclusione e 2 mila euro di multa.
La Corte adesso ha condiviso la tesi difensiva secondo cui non v’era nessuna certezza che la droga trovata dai carabinieri appartenesse a lui.
Tutto, infatti, è legato al ritrovamento di alcune piante di marijuana in un vecchio casolare abbandonato alla periferia del paese e che sarebbe stato in uso allo stesso Di Marco.
Da qui il teorema accusatorio secondo cui quelle piantine di cannabis fossero appartenute allo stesso quarantenne, che, peraltro, in passato ha già avuto grane giudiziarie per droga, ma non soltanto.
E invece, nonostante la procura generale di Caltanissetta abbia chiesto la conferma della precedente sentenza di condanna, i giudici hanno fatto pendere l’ago della bilancia verso la tesi della difesa.
