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La A.S.D. Don Bosco al Barbera per una magnifica giornata di sport

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Mussomeli – Da Mussomeli con la ASD Don Bosco in 250 al Renzo Barbera per la partita Palermo – Reggiana di sabato 27 aprile. Partita valevole per il campionato di serie B. Palermo – Reggiana 1 – 2. A decidere il match a favore della Reggiana la conclusione al volo di Rozzio. La A.S.D. Don Bosco scrive un’altra bella pagina di sport e condivisione. Un viaggio Mussomeli – Palermo, andata e ritorno, all’insegna della gioia e dell’emozione. “E’ stato grazie ai rapporti che Angelo Lo Conte, ex presidente della società, ha coltivato con il Palermo e, soprattutto, con Provenzano e Di Lisi, che si è riusciti a regalare questo momento ai nostri ragazzi e alle loro famiglie”. Queste le considerazioni del presidente, nonchè figura storica della Don Bosco, Nino Lanzalaco, all’indomani della trasferta che li ha visti varcare, entusiasti,  l’ingresso di Viale del Fante. Tutti tifosi rosanero per l’occasione, dove a trionfare non è stata solo la squadra di Michele Mignani -che passa in vantaggio grazie al gran gol di Brunori, nonostante la sconfitta in casa- ma il grande spirito di squadra che scorre nelle vene degli sportivi che fanno capo all’associazione storica del calcio mussomelese. Perchè lo sport, si sa, è impegno, rinunce, sacrificio ma, i molti casi, come questo, la fatica paga. E anche bene! Non sono bastati quattro autobus tant’è che si è dovuto integrare con mezzi propri, data la straordinaria mole di partecipanti. Ecco, qual è il senso di fare squadra! Anche fuori dal campo. “Per i piccoli”, continua Lanzalaco, “è stata una vera esplosione di gioia, lo stadio strapieno, il tifo, il gioco di una splendida giornata estiva”. E’ quel famoso “canone alto” che prende tutti, grandi e piccini. Poichè lo spettacolo è capace di toccare le corde di ognuno. E tali iniziative dimostrano che,  anche in un paese, tradizionalmente restio ad ogni forma di aggregazione, qual è quello di Pietro e Paolo, se l’iniziativa è condivisa si va. Basta solo essere capaci di intercettare i bisogni. il resto poi va -e viene- da sè. “Ancora una volta, la Don Bosco ci tiene a firmare un’esperienza che suggella il proprio credo sportivo. Poi, l’apprezzamento dei genitori”, conclude Lanzalaco, “ci ha dato la cifra della portata dell’iniziativa”.

 

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