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Compensazioni fiscali non dovute, in undici tornano alla sbarra

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Caltanissetta – In undici sono tornati alla sbarra per rispondere di un mega giro di compensazioni fiscali non dovute. Per un secondo passaggio in aula tra impugnazioni degli imputati ma anche della stessa procura bresciana che non ha mandato giù la caduta, nel verdetto di primo grado la contestata aggravante mafiosa. Mentre, secondo i magistrati, i fondi ricavati sarebbero finiti nelle casse della Stidda.

In appello sono adesso il commercialista Rosario Marchese, ritenuto personaggio chiave dell’intero sistema e che nel primo processo ne è uscito con la pena a sedici anni di carcere.

Con lui, sotto processo, anche un altro professionista, Corrado Savoia,

Sette anni di detenzione ad un altro professionista, Corrado Savoia che aveva rimediato sette anni passando per assoluzioni parziali. Quattro mesi in più, sette anni e quattro mesi, per Antonella Balocco, pure lei passando per parziali assoluzioni.

È di quattro anni e otto mesi la pena per Gianfranco Casassa. Sono quattro anni e sei i mesi per Giovanni Interlicchia. Quattro anni per Giuseppe Arabia. Due anni a testa Alessandro Scilio ed Enrico Zumbo. Un anno e otto mesi per Carmelo Giannone. Quattro anni e sette mesi per Simone Di Simone e chiude il quadro Angelo Fiorisi con sette anni e otto mesi di carcere.

In appello anche altri imputati assolti in primo grado dal tribunale bresciano come Giuseppe Cammalleri, Roberto Golda, Danilo Cassisi e Salvatore Antonuccio che sono stati assolti in primo grado, nonostante le richieste di condanna della procura, che poi ha appellato i verdetti.

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