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Mafia, pizzo e droga: boss e scudieri” fanno scena muta “ e uno solo si difende  

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Caltanissetta – È dietro il silenzio che si sono trincerati. Quasi tutti. Eccezion fatta per uno degli indagati nell’inchiesta antimafia che ha fatto scattare sette ordinanze di custodia cautelare per mafia, estorsioni e stupefacenti.

Queste le strategie difensive adottate negli interrogatori di garanzia dai coinvolti nel blitz della squadra mobile sotto il coordinamento della procura.

Bocche cucite a cominciare da colui che è stato indicato come il nuovo capo della famiglia mafiosa nissena – –  assistito dall’avvocatessa Maria Francesca Assennato –   il quarantatreenne nisseno Carmelo Antonio Bontempo, trentunenne Daighoro Iacona – difeso dall’avvocato Sergio Iacona  – il quarantasettenne Francesco Zappia  – difeso dall’avvocato Walter Tesauro – il quarantatreenne Fabio Meli – difeso dall’avvocato Danilo Tipo   – il quarantaquattrenne Giovanni Puzzanghera – avvocatessa Maria Francesca Assennato – e il trentaduenne Gino Gueli – difeso dall’avvocato Fabio Presenti – tutti in silenzio dinanzi gip di Caltanissetta, Alessandra Maria Maira.

Sono accusati a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni, associazione finalizzata allo spaccio e singoli episodi di vendita di droga.

Il solo a rispondere alle domande del giudice ed a difendersi durante l’interrogatorio di garanzia è stato il quarantottenne Ivan Villa – difeso dall’avvocato Dino Milazzo – accusato di associazione mafiosa.

Per gli inquirenti lui avrebbe consegnato a Bontempo 1.000 euro che sarebbero stati destinati al mantenimento degli affiliato in carcere. Teoria che l’indagato ha seccamente smentito negando ogni contestazione che gli è stata mossa tra le pieghe dell’ordinanza.

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