E alla fine il compagno è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia aggravati dalla presenza di minori. Misura cautelare che è scattata nei confronti di un ventiseienne nisseno, A.A. (si omettono le generalità a tutela della donna e dei loro figli ndr.).
Secondo il racconto della donna reso alla polizia, l’avrebbe presa spesso a botte, perché sotto effetto di droga e perché smisuratamente geloso di lei. Qualche mese addietro le avrebbe stretto le mani al collo con tanta forza da farle perdere conoscenza. E se ne sarebbe infischiato della presenza della lor figlioletta che in lacrime, vedendo la mamma stesa sul pavimento, impaurita le ha chiesto se fosse ancora viva.
In una circostanza l’avrebbe costretta a fare ricorso alle cure del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia per averla spinta violentemente alle spalle, mentre era incinta.
Gli insulti poi, a parte strattonate e tirate di capelli o mani e braccia girate, si sarebbero sprecati. In un clima infernale quello che si sarebbe vissuto in casa.
E nel momento in cui lei, dopo quattro anni, ha deciso d’interrompere la convivenza, sarebbero iniziate anche le minacce di morte con frasi del tipo «quanto è vero che esiste Dio ti brucio viva» o «tu a oggi pomeriggio un c’arrivi».
E dopo due querele presentate dalla donna, l’ex convivente – assistito dall’avvocato Davide Schillaci – è stato arrestato dalla polizia su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Valentina Balbo. LO stesso giudice, al termine dell’udienza di convalida, ha concesso all’indagato gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, in casa del padre.