Mussomeli – Non reggono le accuse avanzate nel secondo passaggio in aula a carico di una donna di Mussomeli che è finita in giudizio per danneggiamento e percosse ai danni dell’ex marito. E in primo grado è stata pure condannata a sette mesi di reclusione.
Reati che si sarebbero consumati ai danni del suo ex coniuge che, a sua volta, in passato avrebbe patteggiato una pena per maltrattamenti nei confronti di lei. Ma questa è un’altra storia.
Adesso nella veste d’imputa era la donna, E.L.P. – assistita dagli avvocati Ruggero Mancino e Dario Bullaro – che in questo secondo processo è stata assolta.
Sì perché, ha sostenuto la difesa, l’ipotesi di percosse sarebbe stata assorbita da quella di danneggiamento che, adesso, non sarebbe stata più riconosciuta in questo secondo processo.
E alla fine la corte d’appello presieduta da Maria Carmela Giannazzo – nella veste di consiglieri i giudici Alessandra Giunta e Sebastiano Fabio Di Giacomo Barbagallo – ha emesso un verdetto assolutoria nei confronti dell’imputata, mentre la procura generale ha chiesto la conferma della prima sentenza.
Secondo la tesi accusatoria, nel marzo del 2018 – quando i due sarebbero stati già separati – la donna si sarebbe presentata nel negozio del marito mollandogli prima un paio di ceffoni e poi gettando per terra quattro bombole del gas all’interno della stessa rivendita. Da qui le ipotesi di percosse e danneggiamento che hanno retto in primo grado, ma in appello no.