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Abusi sulla nipotina a Vallelunga, il sospettato temeva  l’arresto e assicurava la cognata : «Le prove ci vogliono»

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Vallelunga – Lui, arrestato per violenza sessuale sulla nipote aveva intuito che quella storia era saltata fuori. Che stava divenendo in qualche modo di dominio pubblico. E di questo, al telefono, non sapendo di essere intercettato ne avrebbe parlato anche con la cognata, pure lei arrestata per la stessa vicenda di abusi. Perché, secondo la tesi di carabinieri e magistrati, sarebbe stata compiacente.

Era il 18 febbraio scorso quando i due cognati, discutendo al telefono, decidono che è tempo «di tornare alla normalità». E lo stesso zio della tredicenne con cui avrebbe avuto rapporti sessuali, a un certo punto tirerebbe  fuori anche il nome di una barista che avrebbe parlato con i volontari del dopo scuola frequentato dalla ragazzina. E che avevano notato stranezze in quel rapporto tra zio e nipote.

E lo zio – peraltro sottoposto a sorveglianza speciale di quindici mesi – a un certo punto, avrebbe tenuto che un’assistente sociale, che aveva raccolto racconti sia dagli stessi operatori, che dalla barista ma di altri ancora,  avesse voluto farlo arrestare. Ma in qualche modo si sarebbero rassicurati a vicenda asserendo che ci sarebbero tuttavia volute prove.

«Le prove ci vogliono… se insammaddi c’era qualcuno di voi altri che diceva “si vero è”, anche che mi voleva male senza che era vero, io a quest’ora ero in galera – racconta alla cognata. – … e voi altri – sempre rivolgendosi al lei – … tu perdevi pure i bambini… i bambini in collegio».

E tra le pieghe di quel discorso l’uomo ha asserito «di non meritare tutto questo». E la cognata avrebbe annuito «non ti meriti questo! Una, con le cose giuste».

Poi le avrebbe spiegato chiaramente «dobbiamo tornare alla base». E Lei, mostrandosi d’accordo avrebbe risposto «certo! La prima cosa è questa!».

In quei frangenti la madre avrebbe passato  la cornetta del telefono alla figlia per farlo parlare con lo zio e i contenuti di quelle conversazioni tra la ragazzina e il fratello del padre sarebbero stati – per i carabinieri – fortemente allusivi di un rapporto anomalo tra loro.

Infine lo zio avrebbe chiesto all’adolescente, sempre in quella intercettazione del 18 febbraio scorso, di farsi dare qualcosa da mangiare dalla madre e portargliela . Ma lasciando gli alimenti all’interno del contatore. E alla nipote avrebbe raccomandato di non aspettarlo li

«va bene.. che ne so.. se tu fai veloce, la scendi che ne so dalle scale, le metti nei contatori, poi le vengo a prendere io.. quando tu, però sei sopra ah!.. devo stare a distanza, a distanza a distanza!… ok?».

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