Caltanissetta – Nuovo atto in Cassazione per un omicidio. È nel tentativo di scrollarsi di dosso l’affermazione di colpevolezza che l’imputato ha chiesto un nuovo processo.
A impugnare il precedente verdetto è stato il cinquantaduenne Giuseppe Cinardi, già condannato a 14 anni di reclusione per l’omicidio del cognato, il trentaduenne Maurizio Peritore.
E i familiari della vittima nei processi che si sono fin qui celebrati si sono costituiti parti civili nei confronti dell’imputato.
A loro, con le precedenti sentenze, è stato riconosciuto un risarcimento dei danni da stabilire poi con un procedimento civile.
Sia in primo che in secondo grado l’impianto accusatoria a suo carico non ha vacillato. Il gup prima in abbreviato e corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta poi, hanno espresso lo stesso pronunciamento.
È al culmine di una lite – secondo la tesi accusatoria – che l’imputato avrebbe inferto coltellate al cognato. Tra i due sarebbe nata una violenta discussione, tant’è che anche lo stesso imputato, in quel frangente, sarebbe rimasto ferito.
Tant’è che la sua tesi a discolpa – che però non ha convinto i giudici nei due precedenti passaggi in aula – guarderebbe più a un ferimento per difendersi da un attacco della vittima, armata di coltello.
A stabilire quale sia inconfutabilmente la verità, tra le versioni contro di accusa e difesa, sarà adesso la Suprema Corte.