MUSSOMELI– Dopo oltre un anno l’Arciconfraternità del Santissimo Sacramento di Mussomeli non è più commissariata. Lo scorso 9 febbario, infatti, il Vescovo ha revocato il provvedimento. Un anno difficile e travagliato che, anche a seguito delle dimissioni corali del direttivo, ha portato allo scoperto lacerazioni e criticità che, da tempo, covavano all’interno del sodalizio mussomelese. Il dottore Totino Saia, nominato commissario, che, come ha anche ribadito monsignor Russotto, ha svolto “un lavoro preziosissimo in questo delicato e non facile servizio”, proprio su questo periodo ha precisato: “Diversi, forse tutti, hanno pensato che avrei semplicemente sostituito il direttivo, dimenticando o non curando di interpretare il termine ‘sospensione di ogni attività’ inserita nelle disposizioni del Vescovo.
All’inizio ho cercato di mediare, di capire e mettere in pratica il concetto di ‘attività” da sospendere. E come distinguere lo spirito della preghiera, della liturgia da inserire nel continuo del professarsi fedele, confrate e fedele, ponendomi una domanda: è ciò che può essere solo esteriorità che ‘doveva” essere sospesa? E come distinguere la .esteriorità” dalle manifestazione di Fede?
Domande che hanno accompagnato il mio impegno in tutto il periodo del tempo dell’anno che sono stato commissario.
L’ipotesi, poi, che potessero saltare i riti della Settimana Santa ha creato parecchio malumore, parecchie illazioni anche contro l’autorità ecclesiale nonché qualche critica pregiudizievole che poneva in primo piano l’aspetto folkloristico-turistico alla professione di Fede. Critiche rimbalzate sui social (con supposizioni che si assurgevano a verità futuristiche) e riprese anche da qualche pagina giornalistica di cronaca locale
Anche se sono convinto che conservare gli aspetti esteriori della Fede con i simboli, con le ricorrenze dei percorsi liturgici, esaltarne anche il contenuto esteriore per spingere l’emozione e l’emulazione è sempre positivo. Ti da forza nell’umiliarti, vestendo un saio anche colorato, nell’esprimere la fede con l’adorazione del Santissimo nella contemporanea ‘costrizione’ corale in Chiesa e nella conduzione processionale. Rivivere poi i momenti della Passione e farne evento culturale, sotto la guida della Chiesa e dei suoi Ministri, con fervore di Fede e senza farsi trascinare dalla deriva… folkloristica.
Tale aspetto è stato superato anche per la condiscendenza di S.E. il Vescovo e dal comune buon senso Supportata dalla preparazione liturgica e la catechesi. Catechesi che i fratelli sono ‘obbligati’ a seguire per Fede per Statuto in tempi ordinari, ancor più che in quelli straordinari del commissariamento.
Tra l’altro, proprio per evitare che gli aspetti “folkloristici” prevalgano su quelli liturgici S.E. Mons. Russotto nel regolamento aggiuntivo (comune a tutte le Confraternite di Mussomeli) ha previsto che “Le processioni non possono svolgersi senza la conduzione di un Presbitero.”
Con il supporto culturale della catechesi, quella proposta dal Vescovo che, di converso, era variegata, per la presenza di ottimi argomenti trattati da diversi presbiteri. E di ‘ottima qualità liturgica’.
Si è svolta in 18 incontri domenicali, con una partecipazione sempre decrescente, con un picco alla prima (Mons. Giuseppe La Placa, Vicario generale) e l’ultima condotta dal Vescovo. Ma i confrati non sono stati molto presenti”. Proprio gli assenteisti più radicali, secondo le disposizioni del Vescovo, non potranno essere elettori o eletti nel prossimo rinnovo, in programma domenica 3 marzo, del direttivo dell’Arciconfraternità.
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