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Assenteismo al Comune di Caltanissetta, in Cassazione 28 condanne definitive. I nomi

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Caltanissetta – Niente sconti per i presunti assenteisti al Comune di Caltanissetta. Così ha deciso la Cassazione che ha rigettato, ritenendoli inammissibili, i ricorsi presentati da ventotto imputati. Che erano e rimangono colpevoli.

Sono dipendenti dell’Ufficio tecnico comunale, agenti di polizia municipale e impiegati civili dello stesso comando nisseno dei vigili urbani.
Il “no” della Suprema Corte è arrivato per  funzionario dell’Ufficio tecnico  Giorgio Salamanca, Alessandro Terramagra,  Alessio Maria Buono,  Andrea Marchese,  Angelo Salvatore Vella,  Calogero Lupo,  Elena Antonella Garofalo,  Fausto Calogero Romano,  Francesca Rosa Fardella,  Francesco Patermo,  Gerlando Gelfo,  Giovanni Francesco Saverio Reina,  Giuseppe Giuliana,   Graziella Ambrosini,  Loredana Gambino,   Lucio Giannavola,  Marco Petrotto,  Mario Di Salvo,  Michela Angela Baiomazzola, Michela Anna Di Marco,  Michela Lovetere,  Michele Consaga,  Michele Grisafi,  Nunzio Bennati,  Patrizia Torrisi,   Salvatore Longo,  Santo Filippo Falcone, Sergio Vinicio Lomonaco –   assistiti dagli avvocati Ernesto Brivido, Alberto Fiore, Michele Micalizzi, Massimo Dell’Utri, Giuseppe Panepinto, Giuseppe Dacquì, Sergio Iacona, Dino Milazzo, Giacomo Butera, Vincenzo Vitello, Davide Schillaci, Daniele Osnato,  Pierfrancesco Bruno, Maria Teresa Consaga, Feliciana Ponzio – accusati a vario titolo, per truffa in concorso ai danni della pubblica amministrazione e falsa attestazione della presenza in servizio commessa da pubblico.

In appello, e le pene dopo il passaggio in Cassazione diventano definitive, vanno un minimo di dodici mesi, 400 euro, danni e provvisionale di 2 mila euro a un massimo di 2 anni e 800 euro, oltre a risarcimento dei danni e provvisionale di 5 mila.

Il Comune di Caltanissetta – assistito dall’avvocatessa Renata Accardi –  si è costituito  parte civile.

Secondo l’accusa qualcuno tra loro sarebbe risultato in servizio ma in realtà sarebbe stato a casa a stendere il bucato o al mercato a fare spese. Altri ancora, scambiandosi i cartellini, qualche volta sarebbero arrivati a lavoro con comodo o sarebbero andati via un po’ prima. A sistemare la questione oraria avrebbe pensato qualche collega. Con uno scambio, a turno, di favori.

 

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