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«Bari» al casinò di Sanremo, la sospetta regia della truffa è di un riesino

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Riesi – La “regia” della truffa ai danni del casinò di Sanremo sarebbe di un nisseno. Di Riesi in particolare. È tra gli arrestati per l’operazione della polizia – sotto il coordinamento della procura d’Imperia –  che ha smascherato e smantellato la presunta organizzazione che avrebbe barato truffando il casinò per centinaia di migliaia di euro.

Il resino coinvolto nell’operazione è il sessantasettenne Francesco Ricotta che vive nel Torinese, a Grugliasco in particolare. È ritenuto dagli inquirenti  la mente del gruppo. Con lui è finito in carcere anche l’ex cartaio del casinò – era stato  già licenziato a novembre – il cinquantottenne Luigi Carbone , personaggio nodale dell’intero sistema,  ritenuto infedele . Perché lui, gestendo i mazzi di carte poi destinati ai tavoli verdi di sala, avrebbe consentito di farli taroccare finemente, in maniera tale che neanche i croupier del casinò potessero accorgersene.

In particolare avrebbe praticato lievi abrasioni sul dorso delle carte buone per ottenere il punteggio maggiore consentendo le vincite. I complici, giocando al tavolo, avrebbero riconosciuto quelle carte.

Complessivamente, nel blitz, sono state dieci le misure cautelari eseguite di cui due in carcere, quattro ai domiciliari e per altri quattro è stato disposto l’obbligo di dimora. Le accuse a loro carico, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al peculato e alla corruzione

La presunta truffa, ai tavoli del punto e banco. Con l’inganno il gruppo avrebbe vinto nell’arco dello scorso anno qualcosa come trecentomila euro.

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