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Beni in odor di mafia, scatta confisca da mezzo milione per Trubia ritenuto boss di Cosa nostra

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Caltanissetta – Beni in odor di mafia passati definitivamente nelle mani dello Stato. Sono stati confiscati definitivamente al cinquantacinquenne Maurizio Trubia, ritenuto ai vertici del clan di Cosa nostra che fa capo agli Emmanuello di Gela.

Il tutto per un valore di mezzo milione di euro, già posto sotto sequestro dal tribunale nel dicembre di cinque anni addietro.

Dell’elenco dei beni confiscati, ventisette in tutto, fanno parte un’impresa individuale di allevamento di ovini e caprini e l’intero complesso aziendale, costituito anche da beni mobili e diversi mezzi agricoli; 19 beni immobili, di cui 4 fabbricati e 15 terreni; 3 beni mobili registrati, un’auto, un autocarro e un motoveicolo e 4 rapporti finanziari, 2 depositi a risparmio e 2 conti correnti.  Complessivamente il valore è stato stimato in 500 milioni di euro.

La misura patrimoniale, adesso, è divenuta irrevocabile sull’onda del pronunciamento della Cassazione

È sulla base d’indagini di agenti dell’ufficio misure di prevenzione patrimoniali della questura nissena, che è partita la proposta del questore facendo scattare il sequestro da parte della sezione misure di prevenzione del tribunale.

Dalle indagini sarebbe emerso un profondo squilibrio tra redditi dichiarati e i possedimenti dello stesso Trubia.  Lui che è sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, già condannato a 8 anni per associazione mafiosa in primo grado, nel 2010, dal tribunale e poi confermata in appello nel 2012 e l’anno successivo divenuta definitiva. Inoltre ha precedenti giudiziari per ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi da sparo, furto e pascolo abusivo.

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