Caltanissetta – Lo Stato mette definitivamente le mani su un tesoro ritenuto sospetto. Possedimenti che sono appartenuti a un professionista di Gela e che, adesso, sono stati confiscati.
La misura ha interessato il commercialista e consulente fiscale gelese, Salvatore Cascino, già al centro di indagini per illeciti, legati alla sua professione, che sarebbero stati commessi nel nord Italia
I sigilli definitivi sono scattati per un patrimonio il cui valore globale supera i 4 milioni euro. Al centro del provvedimento, una lussuosa tenuta a Piazza Armerina – con una riserva di caccia di trenta ettari, da un salone ristorante e da sette residence composti da caseggiati elegantemente ristrutturati risalenti all’ottocento, oltre a 74 beni immobili – tra fabbricati e terreni – quote in due società di Gela, diversi mezzi e rapporti bancari.
A carico dello stesso professionista, nel settembre di dodici anni fa, è stata emessa una misura cautelare, a firma del gip di Brescia, per di associazione per delinquere, falsità materiale e truffa ai danni dello Stato attraverso indebite compensazioni tributarie.
Una catena di reati per i quali nel successivo procedimento che ne è derivato è stato condannato a due anni e mesi di carcere.
E dalla giustizia è stato ritenuto «soggetto socialmente pericoloso», per via di altri procedimenti che hanno preso corpo a suo carico sempre per questioni di tipo economico-fiscale.
Secondo la direzione investigativa antimafia di Caltanissetta, che ha indagato su delega della procura gelese, sarebbe emerso un profondo squilibrio tra quanto dichiarato al fisco e il suo lussuoso “tesoro” . Da qui la tesi che fossero frutto d’introiti – poi reinvestiti in redditizie attività imprenditoriali nel settore turistico-alberghiero – legati ad attività illecite.