Caltanissetta – In cella era finito perché in casa coltivava droga. Marijuana in particolare. Ora ha ottenuto la scarcerazione. Non la libertà totale, ma è andato agli arresti domiciliari come d’altronde ha chiesto la stessa difesa.
Così per il trentunenne nisseno, Marcello Infantino – assistito dall’avvocato Davide Schillaci – che è andato agli arresti in casa ma con il braccialetto elettronico.
È finito in una cella del «Malaspina» la mattina del 21 giugno scorso. Quando i carabinieri si sono presentati in casa sua sull’onda di una segnalazione.
La perquisizione eseguita poi dai militari ha confermato che i contenuti di quelle confidenze sarebbero state più che fondate.
In quell’appartamento, infatti, i carabinieri hanno scovato otto piante di marijuana d’altezza variabile tra i dieci e gli ottantacinque centimetri, sistema all’interno di una serra artigianale ricavata sul balcone e con tanto d’impianto di illuminazione e irrigazione tre barattoli di vetro con dentro 43 grammi e mezzo di marijuana e, ancora, un bilancino elettronico di precisione.
La sostanza è stata poi sequestrata e lui è stato rinchiuso in carcere per produzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.