Caltanissetta – La procura ha chiesto quattro condanne per l’inchiesta sui presunti corsi pilotati per i reclusi nell’istituto penale minorile di Caltanissetta.
Di contro sono altrettanti i verdetti di non colpevolezza proposti dall’accusa nei confronti di altrettanti imputati al centro dello stesso fascicolo.
La pena a 5 anni di carcere è stata chiesta per l’ex direttrice della struttura, Alfonsa Micciché, 4 anni e 2 mesi per Gaetana Rosaria Migali dipendente della della Onlus l’«Araba fenice», 4 anni e 6 mesi per il presidente della stessa Onlus, Giuseppe Focaccio e 2 anni per Federica Fiorenza, figlia dell’ex direttrice.
Assoluzione, invece, per Emiliano Maria Longo che ha curato alcuni corsi come docente, Salvatore D’Antoni del centro servizi formativi Enaip, William Daniele Antonio Di Noto della coop «Iopervoiperio» e Fabrizio Fiorenza figlio della ex responsabile del centro minorile.
Nei loro confronti la procura ha ipotizzato i reati, a vario titolo, di associazione a delinquere, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, corruzione e concussione per induzione.
E nel procedimento Cgil e ministero della Giustizia – assistiti, rispettivamente, dagli avvocati Massimiliano Bellini e Giuseppe La Spina – sono costituiti parti civili.
Gli otto imputati – difesi dagli avvocati Raffaele e Riccardo Palermo, Davide Anzalone, Giacomo Butera, Diego Giarratana, Walter Tesauro, Rudy Maira, Carlo Petitto e Robert Ranieli – sei anni fa sono al centro di un’indagine dei carabinieri che hanno ipotizzato una gestione irregolare dei corsi professionali destinati ai minorenni reclusi nella struttura nissena. E l’allora responsabile è stata ritenuta un po’ il fulcro dell’ipotetico sistema.