Mussomeli – Le imprese italiane travolte dalla crisi energetica e con i costi di luce e gas in notevole aumento il tessuto economico nazionale rischia di non riuscire più a produrre beni per la società. Inoltre, accanto al problema energetico, desta notevole preoccupazione l’aumento delle materie prime. Un allarme nazionale sì, ma che si ripercuote con un impatto ancora più devastante nella provincia di Caltanissetta, tra le zone più depresse ed economicamente svantaggiate d’Italia. A lanciare l’allarme la Confederazione Imprese Italia attraverso il presidente provinciale Gian Peppino Di Maria, il quale sottolinea come sia necessario un intervento tempestivo quanto provvidenziale. “I costi per le aziende sono sempre più insostenibili. E’ necessario intervenire con la massima urgenza” è l’allarme del commercialista mussomelese il quale nell’evidenziare “il fatto che gli imprenditori registrano una situazione notevolmente peggiorata” allo stesso modo rilancia il “pericolo di chiusura e di fallimento per numerose imprese nissene”. “Non si può far finta di nulla e le istituzioni non possono ignorare l’appello delle imprese. Le speculazioni finanziarie hanno generato un ulteriore aumento dei costi energetici, approfittandosi della crisi innescata dal conflitto” è il monito del presidente della Confederazione Imprese Italia, organizzazione di categoria che denuncia l’ulteriore aumento, registrato nelle ultime settimane, dei costi energetici con una stima che prevede 337 dollari per megawattora; uno scenario altamente preoccupante che farà registrare ulteriori aumenti dei costi energetici per le imprese e per le bollette delle famiglie nel corso dell’autunno 2022. Una situazione che acquista dei contorni ancora più preoccupanti in provincia di Caltanissetta, dove il tessuto produttivo ed economico è ancora più fragile. “La situazione delle imprese nissene – è l’amara riflessione di Di Maria – è vicina al collasso. Serve un impegno delle istituzioni, a partire dal governo centrale. Il rischio è che una situazione economica già critica possa finire per sprofondare nell’abisso l’intera economia nissena”.
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