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«Dì a tua mamma che evita tutto questo casino», le minacce a un ragazzino perché non denunciasse le sevizie

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Caltanissetta –  È con frasi esplicite che lo avrebbe minacciato. Nel momento in cui è stato contattato dalla madre del ragazzino che, insieme al complice, aveva sequestrato e picchiato.

Così uno dei due quindicenni nisseni arrestati dai carabinieri per di tortura,  sequestro di persona, minacce,  lesioni aggravate e porto di oggetti atti ad offendere.

«Diglielo a tua madre che stamattina neanche ti ho visto… digli a tua mamma che evita tutto questo casino… «non lo so cosa fai in giro… vai dicendo a tua mamma nomi e cognomi sbagliati», lo avrebbe avvertito.

E poi sarebbe andato oltre, sempre con messaggi su una chat telefonica con frasi del tipo «tua mamma non la vedi più e la puoi salutare», o ancora «perché altrimenti io dico tutto a mia mamma, compreso a mio cugino e noi, io mia mamma, mia zia e mio cugino… vi rompiamo il c…», lo avrebbe minacciato.

Tutto, racconto e messaggi, finiti poi nelle mani dei carabinieri che avrebbero riscontrato ogni aspetto, compreso le precedenti aggressioni ai danni di altri adolescenti, amici e conoscenti dello stesso quindicenne torturato per una novantina di minuti in un garage del centro storico.

I due quindicenni poi arrestati, secondo il procuratore capo per i minorenni, Rocco Cosentino avrebbero «intrapreso un percorso di vita instradato sui binari della violenza, senza alcun timore di un intervento autoritario superiore proveniente dal mondo degli adulti, secondo una progressione criminosa che avrebbe potuto raggiungere livelli ben più gravi, e a cui, con in mano gli esiti delle indagini, si è ritenuto di dover porre necessariamente un freno con la misura cautelare richiesta». Quella che li ha fatti finire all’interno di un istituto penale minorile.

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