Caltanissetta – Era stata esclusa da un concorso per dirigente medico perché in gravidanza. Ma adesso il Consiglio di giustizia amministrativo della Regione Sicilia ha dato torto all’Asp di Caltanissetta. E la candidata è stata inserita nella graduatoria di merito.
È il caso che ha interessato una trentenne originaria di Canicattì, laureata in medicina e specializzanda in Oftalmologia.
Nei mesi scorsi la stessa azienda sanitaria nissena ha bandito un concorso, per titoli ed esami, per 192 posti di dirigente medico da inserire alle strutture sanitarie e ospedaliere dell’Asp nissena e, tra questi, sei posti sono stati riservati a dirigente medico di oftalmologia.
Così la professionista ha deciso di partecipare specificando nella propria istanza che, al momento di presentazione della domanda, non risultava iscritta al terzo anno della scuola di specializzazione perché si trovava in astensione obbligatoria per maternità nel periodo compreso tra ottobre 2022 sino al marzo scorso.
Ma la stessa Aspa l’ha esclusa dal concorso -con prove d’esami fissate per il maggio 2023 – per mancanza del requisito di partecipazione, nel concreto l’iscrizione a partire dal terzo anno della scuola di specializzazione.
Il medico – con l’assistenza degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia – ha impugnato l’esclusione perché ritenuta illegittima. Sì, perché secondo la tesi dei legali non era imputabile alla ricorrente, che aveva dovuto momentaneamente sospendere la frequenza del corso perché in gravidanza.
Più in dettaglio, gli avvocati Rubino e Impiduglia hanno rimarcato come «il testo unico delle disposizioni in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità disponesse il divieto di adibire le donne al lavoro durante i due mesi precedenti la data presunta del parto e nei tre mesi successivi». Inoltre hanno osservato «come per la direttiva comunitaria , conclusosi il periodo di astensione obbligatoria, la donna non può subire alcun pregiudizio in ordine alla propria carriera lavorativa per effetto dell’astensione, sicché, il provvedimento impugnato non poteva che considerarsi palesemente illegittimo».
Così il Consiglio di giustizia amministrativa per la regione Siciliana, su parere chiestogli dalla Presidenza della Regione Siciliana, «ha ritenuto che nulla impedisce a tale organo di definire immediatamente nel merito una questione, ove questa sia pervenuta alla sua conoscenza soltanto per l’espressione di un parere, qualora, sussistano tutti i presupposti per una definizione immediata della stessa».
Così il Cgars, entrando nel merito della questione ha affermato «il principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomo e donna in materia di occupazione e di impiego, ed altresì, ha chiarito che lo stato di gravidanza non può in nessun caso rappresentare un ostacolo nell’accesso al lavoro», è stato sottolineato.
E lo stesso Consiglio di giustizia amministrativo della Regione Sicilia, accogliendo la tesi degli avvocati Rubino e Impiduglia, ha espresso parere favorevole per l’accoglimento del ricorso, annullando di fatto la delibera di esclusione da parte dell’Asp.