Home Cronaca Famiglia avvelenata dalla mandragora giunge al pronto soccorso dell’ospedale di Mussomeli

Famiglia avvelenata dalla mandragora giunge al pronto soccorso dell’ospedale di Mussomeli

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MUSSOMELI – Venerdì Santo di passione per cinque persone di Vallelunga, appartenenti allo stesso nucleo familiare, una mamma con due figli, una ragazza di 16 anni ed il figlio maschio di 24 anni, oltre nonna e zia, sono finite al pronto soccorso dell’ospedale di Mussomeli a causa di un avvelenamento per aver mangiato della mandragora, una specie vegetale molto tossica. Grazie alla prontezza di riflessi del personale in servizio al pronto soccorso del nosocomio mussomelese si è potuto evitare il peggio e la situazione non è degenerata. L’infermiere Salvatore Genco che ha prestato soccorso ai malcapitati, raggiunto telefonicamente, ha potuto narrare come si sono svolti i fatti: “ Nel giorno del Venerdì Santo, alle 17:00 è arrivata da Vallelunga un’ambulanza con a bordo un’intera famiglia composta da 5 persone che presentavano sintomi quali dolori addominali, vomito, cefalea ed abbassamento della vista e che riferivano di aver ingerito a pranzo la mandragora, un’erba velenosissima, scambiandola con un altro tipo di vegetale più commestibile. Fatto il punto della situazione ci siamo allertati, insieme alla Dottoressa Luisa Miraglia che proprio ieri dopo circa 4 mesi ritornava a prestare servizio nel nostro pronto soccorso, ho preso in carico i cinque pazienti cominciando ad eseguire tamponi rapidi, fondamentali per a sicurezza di tutti in questo momento, mentre la dottoressa si prodigava alla registrazione dei pazienti e si occupava di contattare il centro antiveleno oltre, naturalmente, a disporre gli esami e la terapia da praticare per evitare l’aggravamento dei malcapitati”. Intanto in sala rossa, come riferisce Salvatore Genco, unico infermiere in servizio in quel momento, con la collaborazione dell’o.s.s. Maria Callari e l’ausiliaria Antonella Mantio, inizia la gestione in contemporanea dei cinque pazienti, iniziando dal più sintomatico, veniva eseguita la lavanda gastrica, monitorando l’attività cardiaca e i  parametri vitali e mettendo in atto tutti i protocolli dettati dal centro antiveleni e dalla dottoressa, così uno per volta i pazienti sono stati trattati, monitorati e tenuti sotto stretta osservazione per evitare il peggio, mentre la dottoressa Miraglia, unico medico presente, visitava gli altri pazienti presenti in pronto soccorso. Alla fine, tutto è bene quel che finisce bene e senza ombra di dubbio si può annoverare tra i casi di buona sanità, la prontezza di riflessi ha fatto si che la situazione non sfuggisse di mano ai due professionisti che hanno portato a compimento un’assistenza impeccabile, con tempestività e professionalità, nel trattamento dei pazienti, i quali dopo lunghe ore di paura e di osservazione in pronto soccorso si sono tutti ripresi senza problemi da questa accidentale disavventura, ringraziando il lavoro dei nostri sanitari in servizio : l’infermiere Salvatore Genco, la dottoressa Miraglia, l’o.s.s. Maria Callari e l’ausiliaria Antonella Mantio.

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