Mussomeli – Ha fatto il suo ingresso in scena sulle note di “Bello bello“, dove ad attenderlo c’era uno stuolo di amici… medici, infermieri, operatori del Pronto Soccorso di Mussomeli, anche quelli non più in servizio. Giosuè Carduccio 65 anni, una laurea in medicina e chirurgia e trent’anni di servizio al punto di primo soccorso del Longo a Mussomeli, dal 13 marzo di quest’anno promosso dirigente medico responsabile dell’emergency room mussomelese, ha voluto salutare la tanto attesa promozione insieme ai suoi compagni di lavoro e di avventura. Il 22 settembre a Casale Margherita, “location magica e dalla sperimentata abilità culinaria, “non si è svolto un evento -per la verità- ma una favola!” Così riferisce il promosso dirigente, ancora visibilmente commosso per l’attestato di stima e di affetto che tutti i presenti gli hanno tributato per l’occasione. Trentasette gli ospiti che -fuori dalle consuete corsie- si sono ritrovati consumando il sano divertimento dei lieti eventi. Dal canto suo il dott non si è certo fatto trovare impreparato, con l’abito blu delle occasioni importanti….primo ballerino… e una cena a base di cernia e dentice. Il tutto contornato da un rinomato “Maria Costanza”. E -diciamolo pure!- la buona fede ogni tanto paga. Perchè se è vero -e vero è!- che, preso com’era dall’euforia, non ha chiesto preventivo al momento della prenotazione -destando non poco sbalordimento nel responsabile della nota struttura- alla fine il castigo è stato clemente. Anche se a dirla proprio tutta nessuna batosta avrebbe potuto minimamente inficiare la felicità della storica frase “Ho accolto la sofferenza del prossimo che bussava alla porta del Pronto Soccorso offrendo del mio cuore il battito migliore” cesellata sulla pasta di zucchero dorata, insieme all’immagine di Giosuè. Che -a detta dei più- non si è limitato soltanto ad aprire la porta del pronto soccorso ma non di rado è stato lui stesso -uomo ancorchè medico al servizio della comunità- a bussare alle porte dei bisognosi -spesso di una diagnosi, ancora più spesso di una cura e quasi sempre di una parola di conforto- non lesinando mai su disponibilità e competenza. Ci piace riportare a margine del ludico racconto, non tanto però come una chiosa a margine, quanto piuttosto come il segno di una volontà più che di un destino, la testimonianza del collega Nino Lanzalaco -il cui giudizio per ovvie ragioni, non è secondo a nessuno. Nino che con lui ha condiviso dodici anni di servizio: “Giosuè per me, è stato sempre un punto di riferimento. Fu lui, in tempi non sospetti, e mi riferisco a quelli miei universitari, a profetizzare il mio servizio al Pronto Soccorso di Mussomeli. Aprendomi sempre alle nuove possibilità, incentivandomi nella perseveranza. E fu così che, dopo, essermi “fatto le ossa” a Termini Imerese, un porto di mare, di nome e di fatto, fortuna volle che si liberò un posto a Mussomeli. Doveva andare così! Ritrovare, nella mia città, in qualità di collega -Stimatissimo!- quello che ritengo, a buon diritto il mio padre professionale, è una sensazione che posso esprimere soltanto attraverso le gioie e i dolori che in tanti anni sono stati di entrambi. Pertanto oggi non posso che gioire del meritato traguardo del collega”.
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